SOLUZIONI - "Bisognerebbe liberalizzare tutto, azzerare il valore dei cartellini, almeno a partire dal 25° anno di età. Dai 25 in su il calciatore diventerebbe come un attore, libero di trattare il proprio ingaggio per un film. Sparirebbero i costi degli investimenti e i relativi ammortamenti a bilancio. Certo, verrebbero favorite le grandi società, però se la compravendita fosse mantenuta fino ai 25 anni, si salverebbero i piccoli club, verrebbero loro riconosciuti gli sforzi per aver formato un giovane".
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FINE CALCIOMERCATO - "Esatto, ma di fatto è già così, perché tutti ormai andiamo a caccia di giocatori a fine contratto e sempre di più versiamo loro un signing fee, un bonus di entrata. Pagheremmo di più i calciatori ma azzereremmo o quasi i costi degli investimenti. Le società diventerebbero aziende di intrattenimento".
LE PIACE FARE MERCATO - "Sì ma un po' meno. Vedo in giro troppi improvvisatori. Italo Allodi, uno dei padri del calcio moderno, diceva: 'Quello del pallone è l'unico modo in cui un muratore può diventare architetto da un giorno all'altro'. Aveva ragione. Oggi trattiamo con gente che fino a qualche anno fa lavorava come grossista di piante, ma non si diventa medici per improvvisazione. Bisogna studiare e impratichirsi".
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