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Intervenuto all'evento 'Lo sport che verrà' de il Foglio Sportivo, l'ad dell'Inter Beppe Marotta ha parlato di tanti argomenti, anche della vittoria dello scudetto:"Non lo sappiamo nemmeno noi chi sarà l’allenatore".
Sui cambi di tecnici dopo le vittorie: "Si tratta di una pura coincidenza. Per quanto riguarda noi i giornali hanno spiegato bene. Il mondo del calcio è diventato un’attività imprenditoriale. C’è maggiore mobilita, ma perché la pressione è aumentata rispetto al passato recente".
Sulla pandemia: "Bisogna rivolgere un plauso a tutte le istituzioni ai club che hanno portato avanti campionati, coppe e attività delle nazionali. Le difficoltà erano tantissime, c'era tensione e paura all'interno della squadra. Io per primo ho avuto un Covid brutto e ne sono venuto fuori bene anche se ho qualche conseguenza quando arriva quest'ora in termini di stanchezza. Oggi siamo davanti a una situazione molto preoccupante. Il modello di riferimento non riesce a sostenere i costi e a valorizzare le risorse. Noi come Inter solo per il mancato introiti dello stadio abbiamo incamerato meno 70 milioni, pari a 4 mensilità".
Sugli ingaggi: L'elemento che genera emozioni e felicità e ricordo bene domenica lo sguardo dei tifosi interisti. È normale che il fenomeno calcio spesso e volentieri non è accompagnato da discorsi razionali. Ma gli stipendi dei calciatori stanno prendendo una piega molto pericolosa e l'indebitamento aumenta. La voce stipendi equivale al 60-65% del fatturato. Un'azienda normale sarebbe al limite del default.
Sulla curva: "Ieri c'è stata una contestazione sotto la sede dell'Inter. E la cosa più semplice che ho ritenuto fare è stato confrontarmi con 3 rappresentanti. Ho fatto solo la fotografia della situazione che ha momenti di difficoltà. La Curva ha capito e ha compreso e si è visto nel comunicato di oggi, pur affermando giustamente che il blasone dell'Inter non può essere messo in discussione. Si può vincere anche senza fare grossi investimenti, ma facendoli nella struttura e nelle risorse umane. I calciatori devono essere sensibilizzati per ridurre il costo del lavoro".
Sui salari: "Nel calcio non si può mettere un tetto ai salari. Ma è stata introdotta una norma dal 2021/2022 e poi proseguirà anche nel 2022/23. Non si può aumentare la voce costo del lavoro rispetto al consuntivo di costo che hai al 30 giugno di quest'anno. E nelle annate successive devi addirittura ridurre del 15 e 20%, questo è un deterrente che possiamo usare coi calciatori".
Sulle Superlega: "La Superlega è un atto di grande disperazione, per mancanza di sostenibilità I 12 club sono tra i più esposti, si sono resi conto che già prima si era in difficoltà, poi l'indebitamento aumentava. C'è stato questo atto fatto non razionalmente ma ha lanciato un segnale. Devono intervenire le istituzioni europee che devono creare un modello sostenibile".
Sulle vittorie: "Il primo scudetto con la Juve è stato coinvolgente ed emozionante, qualcosa di straordinario. Coinvolgimento emotivo grande, poi vinci il primo, il secondo, il terzo e diventa una cosa normale per quella società. All'Inter mancava dal 2011 ed è stato qualcosa di straordinario. Non è merito mio, ma di tutti. L'allenatore è stato straordinario a creare quell'amalgama. Ho provato una fortissima emozione".
Su Conte: "Lui è un vincente, riesce ad arrivare alla vittoria attraverso un grande consumo di energie. Ci dà anima e corpo. A un certo punto subentra momento in cui dici mi fermo e rifletto. Ha il Dna del vincente, tipica di tanti campioni. Ha la sindrome della vittoria. Lo ha fatto alla Juve e nell'Inter, in un ambiente dove c'erano tante difficoltà. Scudetto grandissimo merito di Conte".
Su Paratici: "Il calcio brucia tutto con una facilità estrema ed è in grado di cancellare velocemente le tensioni. Se investo in termini di amicizia con una persona, non ho rancore. Gli auguro ogni bene".
Chiusura sul nuovo tecnico dell'Inter: "Entro stasera ufficiosamente forse ci arriviamo".
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