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Alle 12.30 si giocherà il primo derby cinese tra Inter e Milan. Una partita che sarà vista in tutto il mondo e che offrirà un grande spettacolo. A parlare del momento delle due squadre e della stracittadina, ci ha pensato un grande ex difensore dell'Inter del Triplete: Marco Materazzi. Queste le sue dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport:
Materazzi: se due mesi fa le avessero detto «Il Milan arriverà al derby a +2» cosa avrebbe pensato?
«Avrei avuto dei dubbi, ma non avrei risposto “Voi siete matti”: è da inizio stagione che Montella fa un gran lavoro, con giocatori giovani e qualitativamente inferiori alle squadre che stanno davanti, ma anche dietro».
Presunzione e/o fragilità mentale, difetti di organico, errori dell’allenatore: qual è il male dell’Inter?
«Nessuno dei tre è il male principale. Se batti la Juve, te la giochi a Torino e fai 7 gol all’Atalanta non sei fragile. L’Inter di Crotone ha dato l’idea di presunzione, ma se vedo che mio figlio è presuntuoso sono io che lo metto sulla strada dritta. E la strada dritta dell’Inter non è mai stata il calcio champagne, ma il lottare su ogni pallone. L’avere personalità. A me hanno insegnato ad averla uomini come Facchetti e Oriali, li ascoltavo e stavo a bocca aperta: oggi chi si ascolta a bocca aperta, nell’Inter?».
Quindi può essere un male non estirpato. E gli altri due?
«Organico sbagliato non direi: l’Inter ha un sacco di giocatori di qualità, e presi a 30-40 milioni, non gratis. E tre partite sbagliate non possono cambiare il giudizio su un allenatore, fra l’altro arrivato in corsa: un passaggio a vuoto ce l’hanno tutti».
Dunque questo male dove bisogna cercarlo?
«Lontano. Anzitutto nel tourbillon di rivoluzioni societarie, da Moratti a Thohir a Zhang: una serie di passaggi, ognuno diventato forse inevitabile per motivi diversi, che ha prodotto l’onda lunga di molti cambi pure a livello di guida tecnica e rosa di giocatori. Anche se il sarto è lo stesso da sette anni».
Anche questa, come quelle dei giorni scorsi, è un’allusione molto poco mascherata a Piero Ausilio: ma perché ce l’ha così tanto con lui?
«Non dico queste cose perché ce l’ho con lui. Anche se sono ancora in attesa di una telefonata di chiarimento: mi ha fatto smettere un anno prima dicendomi “Vieni a lavorare con me” e sto ancora aspettando».
Ma se fosse successo e oggi lei fosse all’Inter, cosa farebbe per rilanciarla?
«Periodo ipotetico dell’irrealtà: oggi non tornerei. E comunque vorrei far parte di una squadra di persone fidate e che vogliono solo il bene dell’Inter. L’identikit di Oriali, se devo fare un nome».
Non è che all’Inter ha fatto male «sentire» il nome di Conte?
«Non credo. Sarebbero poco maturi e non lo sono, altrimenti dopo l’esonero di De Boer sarebbe stata una catastrofe».
Da tifoso interista: avrebbe voluto Conte? Lo vorrebbe in panchina?
«Ho detto che Pioli meriterebbe la riconferma e non lo nego. Però se nella tua squadra arriva un fuoriclasse, che fra l’altro non avrebbe problemi a battagliare contro il suo passato, devi essere solo contento. Secondo voi se ai miei tempi fosse arrivato Nesta mi sarebbe dispiaciuto?».
Pioli ha sette partite per giocarsi la conferma o è meglio cambiare a prescindere?
«È giusto che fino all’ultima partita abbia il pensiero, e la possibilità, di giocarsela. Però una grande squadra si programma adesso, e con il parere dell’allenatore, dunque la scelta va fatta adesso».
E lei cosa sceglierebbe?
«Se non può arrivare un fuoriclasse, dunque Mourinho, Guardiola o Conte, io terrei Pioli».
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