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MAZZARRI: “Inter, ti risceglierei. Voglio riportare questo club in alto. Moratti…”

Eva A. Provenzano

E’ la sua sfida personale: riportare l’Inter e i suoi colori in alto. Walter Mazzarri è sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. Poteva restare a Napoli dove aveva una squadra collaudata, che ormai giocava a memoria e...

E' la sua sfida personale: riportare l'Inter e i suoi colori in alto. Walter Mazzarri è sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta. Poteva restare a Napoli dove aveva una squadra collaudata, che ormai giocava a memoria e conosceva benissimo i suoi schemi, ma ha preferito scegliere una nuova avventura. E quella nerazzurra lo ha affascinato. Il tecnico nerazzurro ha concesso un'intervista ad Andrea Ramazzotti, collega del Corriere dello Sport. Ecco cosa ha detto: 

CHI ME L'HA FATTA FARE? - "Moratti con le sue parole mi ha acceso il fuoco dentro e mi ha convinto che era la scelta giusta. il suo è stato un bel discorso, mi ha motivato. Conoscevo già l'Inter dal di fuori, ma dopo la chiacchierata con il presidente sono aumentate le mie convinzioni. Cosa mi ha detto non lo dirò, ma da quel momento in poi ho cominciato a pensare solo all'Inter". 

IL CAMBIO DI PROPRIETA' - "Io devo fare in modo che i miei giocatori pensino solo al campo, devono pensare ad allenarsi bene e tutto il resto non conta. Chi ha lavorato con me sa che mi occupo di tutto, della squadra e di chi le lavora attorno e il mio obiettivo è sempre fare in modo che tutti rendano al massimo. Se il passaggio di proprietà incide sul rendimento? Io penso minuto dopo minuto, lavoriamo per la società Inter e poi il presidente ci dirà quello che vuole dirci al momento giusto. Di questo argomento non ho mai parlato con Moratti. Imposto sempre il rapporto con i miei presidenti sulla schiettezza. Con Moratti c'è stata subito sintonia"

FUORICLASSE - "Se risceglierei l'Inter? E perché no? Alla Roma avrei allenato Totti? Allenare giocatori come lui, come Zanetti o Milito è un privilegio. Sono fuoriclasse senza tempo. Andare all'estero? Si, ci ho pensato. Ma poi è arrivata l'Inter. Mi sarei fermato se non fosse arrivata una proposta stimolante".

LA SFIDA - "Ognuna è affascinante. Non posso fare paragoni con il Napoli perché sono situazioni diverse, ma voglio riportare l'Inter dove le compete nel minor tempo possibile. La tournée americana? E' servita a raccogliere quante più informazioni utili possibili sulla rosa e girarle alla società. Conta solo questo. I risultati in estate non hanno senso per un allenatore. E le mie sensazioni sugli uomini a mia disposizione sono positive perché tutti hanno voglia di dare il massimo e stanno sopportando la fatica, servirà a fare bene durante la stagione. Credo che non giocare le coppe aiuterà, ma lavoriamo per riportare l'Inter anche nelle competizioni europee, questa società non può farne a meno".

TEMPO - "Quanto tempo ci vorrà per vedere la mia Inter? Spero che prima possibile la squadra abbia una sua identità. In passato le mie squadre sono sempre riuscite a fare un gioco propositivo. Non posso dare una data precisa. Sarebbe come mettere le mani avanti. Ma se c'è una cosa che deve caratterizzare le mie squadre, quella è l'anima. Le mie squadre devono essere organizzate, devono avere unità d'intenti e un'idea comune. Alla fase difensiva concorreranno tutti, ma faremo gioco d'attacco. Finché segniamo anche un solo gol in più degli avversari...".