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Partecipando ad una tavola rotonda su “Calcio e Comunicazione”, presso il nel polo di Riccagioia, centro di sperimentazione e selezione clonale, dove si tiene il terzo anno del corso di laurea in Vitivinicoltura ed Enologia dell’Università degli Studi di Milano. Walter Mazzarri è tornato a parlare di Inter e non solo: “Che vino potrei essere? Del Brunello di Montalcino o del Sassicaia. L’Inter? Il nostro è un progetto che va avanti nel tempo. E’ iniziato un nuovo ciclo, e nessuno ha sottolineato che stiamo giocando con 4 giovani. Anche noi torneremo a vincere. Ho pagato in carriera per i miei limiti di comunicatore. Quando ero alla Reggina mi voleva una grande squadra, ma i dirigenti hanno detto: “No, è scontroso con le tv”. Altri meno bravi sono arrivati prima di me. Da allora sono migliorato, e ho ancora dei margini. La mia vita? Ho ancora il rammarico di aver trascurato mio figlio e questo l’ho raccontato nella biografia di Alciato. Ma io do tutto nel lavoro. Il valore del parco-giocatori dell’Inter oggi è diverso rispetto al passato. Quindi bisogna trovare la qualità attraverso il lavoro. Non fai la grande squadra solo con i grandi ingaggi. Ho sentito sussurrare: “È arrivato. È bollito”. Quando lo sarò, smetterò subito. Invece, sono supercarico, più carico dell’esordio in A. Al Napoli ho dimostrato di saper portare avanti un progetto. La mia speranza è di arrivare subito alla Champions”.
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