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Non è stato un lunedì normale, quello andato in scena ieri ad Appiano Gentile. L'orrenda e per certi versi allarmante prestazione di domenica contro il Cagliari, ha spinto Mazzarri ad anticipare di un giorno la correzione degli errori commessi e il discorso che alla ripresa degli allenamenti il tecnico solitamente tiene in mezzo al campo, stavolta è andato in scena nel chiuso della sala video. L’ex allenatore del Napoli ha “blindato” la squadra per un’ora e ha evidenziato le amnesie in occasione delle 4 reti rossoblù, «distrazioni che mai erano state commesse in precedenza», e imputabili a un approccio sbagliato al match.
Al tecnico nerazzurro, inoltre, non è andato giù il modo con cui la squadra ha approcciato la gara e non solo quella; anche a Torino, Palermo e Kiev, l'Inter ha sempre faticato ad entrare in partita. Dopo essersi assunto le sue responsabilità ha concentrato il suo discorso sul fatto che una squadra cresce se elimina alti e bassi anche giocando tre gare in 7 giorni. Chiaro, domenica, l'espulsione di Nagatomo ha condizionato la gara ma per non dare alibi al gruppo e non gettare la croce addosso al giapponese ha rimarcato due aspetti: 1) che il gol del 2-1 l’Inter lo ha subito quando Cossu era ancora a bordo campo e dunque in 10 contro 10, 2) che il 4-1 è arrivato con 4 rossoblù in area marcati da 7 nerazzurri.
Ecco che allora, il problema è di testa e non di gambe. Secondo quanto ha fatto intendere Mazzarri, non c'è un problema di preparazione perché domenica tutti hanno corso poco (e male), anche coloro che non avevano giocato con l’Atalanta ovvero Nagatomo (che giovedì si è allenato e non aveva il giorno libero) ed Hernanes. Mazzarri ha chiesto di ripartire subito con il Qarabag. Era presente anche il ds Ausilio.
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