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Mazzarri vuole the “eye of the tiger”: carica e rabbia in sala stampa. La formazione…

Eva A. Provenzano

E pensare che tutto era cominciato con un sorriso e lo ‘sfottò’ nei confronti di un giornalista. Quando poi sono arrivate le domande sui fischi, su Zeman e sul momento particolare dell’Inter, l’aria – nella sala...

E pensare che tutto era cominciato con un sorriso e lo 'sfottò' nei confronti di un giornalista. Quando poi sono arrivate le domande sui fischi, su Zeman e sul momento particolare dell'Inter, l'aria - nella sala stampa del centro sportivo A. Moratti - si è fatta pesante. Walter Mazzarri è sembrato teso, anzi meglio arrabbiato, con i 'critici' anche perché 'influenzano la gente'. 

Sente molto la partita con la Fiorentina, sente la responsabilità di dover dare ai suoi ragazzi le giuste motivazioni, aiutarli a trovare certezze smarrite, al di là degli obiettivi su cui preferisce non dire. Il mister è molto carico parla davanti a telecamere e taccuini, continua a torturarsi la mano ingessata, ha un'aria crucciata e lo sottolinea in maniera semplice: lui non è una star, è uno che lavora e lo fa senza dare mai nulla per scontato. "Io non sono un attore, sono un allenatore, non voglio essere applaudito ma devo dare il massimo per la squadra. E i tifosi sanno. Sono sempre stato un tecnico antipatico perché sono uno serio e prendo in considerazione le critiche costruttive non quelle senza senso", sostiene con un moto di orgoglio, quasi sfogandosi. 

La squadra ha dovuto anche affrontare il problema dei crampi di recente. Sono indice di stanchezza, segnali di una tensione che i suoi uomini sentono: "Se si consuma tanto con la testa è perché siamo tesi e vorremmo mangiare l'avversario. Su questo l'allenatore lavora in modo da trovare la giusta misura per affrontare le partite", spiega il mister che ha anche affermato di voler costruire un fortino attorno alle mura della Pinetina: "Stiamo lavorando per questo. Voglio una squadra vera, che abbia voglia. Dobbiamo essere un muro, sempre compatti. E io penso sempre alla squadra, anche di notte"

I nerazzurri devono ritrovare serenità intanto e poi il gioco. In campo contro i Montella's boys ci andrà la formazione con Ranocchia, Vidic e Juan in difesa mentre a centrocampo c'è un dubbio che nasce dall'infortunio di Guarin: potrebbe giocare insieme a Medel e Kovacic uno tra M'Vila e Kuzmanovic perché Hernanes non sta attraversando un bel periodo ed è uscito acciaccato dalla gara contro il Qarabag. 

Sulle fasce D'Ambrosio, che è stato decisivo in EL, andrà a destra (tra l'altro Jonathan e Nagatomo sono indisponibili uno per infortunio e l'altro per squalifica) e Dodò - che sta meglio dopo un problemino al ginocchio operato - a sinistra. In attacco giocheranno Osvaldo e Icardi, Palacio non è ancora al cento per cento. Come questa Inter che è alla ricerca di un equilibrio e di una tranquillità che sembravano reali prima della gara con il Cagliari, ma che adesso sembrano smarriti.

E Firenze diventa un crocevia. In fondo basta che non diventi una via Crucis, poi arriverà la pausa e si potrà riprendere fiato.