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Per Simone Inzaghi sarà in ogni caso un enigma non semplice da risolvere: è logico pensare che il tecnico piacentino non voglia cambiare l'assetto tattico - con Lukaku o con Dzeko, l'impostazione al match è ovviamente differente - di una squadra che ha ritrovato se stessa proprio con il bosniaco titolare e con Big Rom pronto ad incidere da subentrato ma forse la sfida al City è l'occasione giusta per pensarci. Lukaku, infatti, è al top della forma, ha un'intesa naturale con Lautaro ed ha fame e voglia di incidere in finale per conquistarsi la riconferma - argomento da affrontare subito dopo la finale di Istanbul - in nerazzurro dopo aver trascorso i primi sei mesi in infermeria. In più, la prestanza fisica dell'ex United ed Everton potrebbe imporre al City, che parte naturalmente e ampiamente con i favori del pronostico, un approccio meno aggressivo nei primi minuti, per non lasciar spazio alle ripartenze interiste che in stagione si sono dimostrate letali in più di un'occasione.
Inzaghi, però, potrebbe e dovrebbe - almeno queste sono le indicazioni che arrivano da Appiano - dare fiducia ancora una volta a Edin Dzeko, grande ex della sfida e che ha dalla sua un carico di esperienza pesantissimo, per poter contare su Lukaku - l'ingresso dalla panchina di Big Rom dà sempre una scarica di adrenalina a tutta la squadra - nell'ultima mezz'ora dei tempi regolamentari con possibile appendice dell'extratime. Ma contro il City, ad oggi la miglior squadra al mondo, va sfruttata ogni singola occasione e la non titolarità di un giocatore devastante, come questo Lukaku ha dimostrato di essere contro avversari di livello, potrebbe anche trasformarsi in un rimpianto. Fiducia, in ogni caso, ad Inzaghi, che, sin qui, ha avuto sempre ragione.
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