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Si è chiusa da poche ore una sessione di mercato che per l' Inter è stata frenetica solo nelle ultime 48 ore, dopo un mese di silenzi. I nerazzurri sono riusciti a "liberarsi" di due ingaggi pesantissimi, due ingaggi da vecchia Inter, ma non hanno accontentato la richiesta principale di Claudio Ranieri, che anche nella conferenza stampa di oggi ha continuato ad invocare un attaccante esterno veloce (il tentativo per Palacio aveva ancor meno possibilità di riuscita di quello fatto quest'estate).
E allora che cosa rimane di questa sessione di mercato? Rimane, come sempre ormai, l'ossequo al Fair Play Finanziario. L' Inter ha tolto dal bilancio del prossimo anno (almeno da metà stagione) due stipendi da 3 milioni di euro (anche qualcosa di più), quelli di Thiago Motta e Muntari. Sul centrocampista italo-brasiliano, poi, è stata realizzata una plusvalenza assolutamente insperata. Motta è stato acquistato due anni fa per 10,6 milioni di euro, ora viene ceduto per 10 milioni, dopo due anni di ammortizzazione. La plusvalenza è garantita.
Al di là dei prestiti di Jonathan, Caldirola, Coutinho e Viviano, quello che rimane è lo scambio 2x1 Guarin-Palombo per Motta (Muntari era già ampiamente fuori dal progetto). Difficile stabilire ora se l' Inter abbia preso un abbaglio o abbia fatto la scelta giusta nel fare questo tipo di scambio. Molto dipenderà dalle condizioni in cui si presenterà Guarin. Se il colombiano sarà la furia vista sotto Villas Boas, allora l' Inter potrà dire di aver fatto bingo. Se, invece, si confermerà il "desaparecido" degli ultimi mesi (ma c'erano anche attriti con tecnico e società), allora la spia dell'allarme a centrocampo rischia di accendersi nuovamente.
Palombo dà, paradossalmente, più garanzie, rientrando nella categoria del "prodotto sicuro": l'ex doriano è nel giro della nazionale, le sue qualità non sono in discussione.
Quello che invece è in discussione è la strategia dell' Inter, che anche in questa sessione di mercato ha "ascoltato" con un po' di reticenza i messaggi del suo allenatore. In estate Gasperini aveva chiesto Palacio e Lavezzi (o comunque due attaccanti esterni di ruolo), sono arrivati Forlan e Zarate.
Oggi Ranieri ha fatto grosso modo la stessa richiesta, ma la sua preghiera non ha raggiunto i piani alti. Quello che emerge da queste ultime sessioni di mercato è la preoccupante tendenza a fare mercato "di conseguenza". Si cede Eto'o? Allora si prova a prendere Forlan. Si cede Motta? Allora si prova a prendere Guarin (se la Juve avesse avuto due posti liberi per gli extracomunitari come sarebbe finita?). L'impressione è che si aspetti sempre di vedere quale sarà il giocatore ceduto, per poi decidere come sostituirlo. Non ci sono i classici "obiettivi a prescindere", i giocatori che la società insegue al di là del mercato in uscita. Senza cessioni regna l'immobilismo.
In estate vennero acquistati Forlan e Zarate per supplire all'addio di Eto'o, oggi Guarin e Palombo per supplire alla partenza di Motta. E a giugno? La storia rischia di ripetersi, anche perché il nome da dare in pasto allo sceicco di turno è già pronto e lo conosciamo bene tutti.
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