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Da Nyon è arrivata una brusca frenata per Ramires dovuta evidentemente all’interpretazione delle norme del Fair Play finanziario. Così le speranze di riuscita dell’affare sono ridotte al lumicino. Secondo La Gazzetta dello Sport il brasiliano, tesserato per lo Jiangsu (club di proprietà della famiglia Zhang) aveva avuto il gradimento di Spalletti, oltre che il via libera di Capello, suo attuale allenatore. Invece il comitato che sovrintende al settlement agreement con la società nerazzurra, ha sentenziato che un trasferimento temporaneo sotto forma gratuita si sarebbe potuto leggere come un aiuto tra club dello stesso proprietario. Il problema è che secondo le norme del Fair Play all’Inter, in questa sessione invernale di mercato, non è permesso neanche il cosiddetto prestito con obbligo di riscatto, vale a dire la formula più usata dai dirigenti interisti in questi anni sotto i fari dell’Uefa. Come si può notare la strada è davvero stretta per Sabatini e Ausilio. Condizionati nelle loro mosse da queste misure evidentemente restrittive. Sullo sfondo ci sono anche i problemi politici cinesi che impediscono a Suningdi investire per il mercato interista secondo le sue naturali ambizioni, ma questo aspetto incide in maniera relativa.
Nella strada in salita c’è anche la voce stipendi. Secondo gli impegni presi con Nyon la società milanese può destinare al monte ingaggi soltanto il 60% del suo fatturato, che ora si aggira intorno ai 200 milioni. A maggior ragione il management interista non può impegnarsi con contratti principeschi per i suoi giocatori. Semmai lo potrà fare in caso di qualificazione alla Champions che porterebbe di sicuro un incremento dei ricavi. Tornando al caso Ramires, va ricordato che il brasiliano allo Jiangsu ha uno stipendio da 10 milioni annui. Così non risulta facile per i vertici interisti portarlo a Milano con una remunerazione più leggera. Sotto questo profilo appare ancor più delicata la posizione di Pastore, legato al Psg sino al 2019 con un contratto da ben 14 milioni lordi a stagione. Con questi presupposti, allora, occorrerà davvero un colpo di teatro perché l’argentino lasci Parigi in direzione di Milano.
(Fonte: Carlo Laudisa, La Gazzetta dello Sport 27/12/17)
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