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"Pavard, campione del mondo con la Francia nel 2018, è un giocatore più tecnico e più completo di Skriniar. Sommer è sicuramente più solido fra i pali dell’Onana di quest’anno. Frattesi è lo spacca-partite che mancava, e Thuram a differenza di Lukaku fa gol pesanti, nelle partite che contano. Con Lukaku se n’è andato anche un altro problema: i mugugni in spogliatoio. Il belga, pur avendo in carriera un rendimento disastroso nelle finali e in generale nelle gare davvero pesanti, avrebbe voluto giocare di più nella scorsa edizione della Champions, finale compresa. Altro scontento era Gagliardini, che non ha mai nascosto il fastidio per le tante panchine. Partiti loro, in spogliatoio non ci sono più scontenti. E si vede".
"Fin qui, la gestione degli uomini. Poi c’è il calcio. Negli anni, Inzaghi ha affinato la sua versione ultra offensiva del 3-5-2, arrivando a un gioco totale, in cui tutti difendono e tutti attaccano. L’ultimo giro di vite che l’allenatore ha dato alla squadra riguarda l’approccio difensivo. L’Inter di Conte aspettava bassi gli avversari, pronta a ripartire in contropiede. Inzaghi nei suoi quasi tre anni di Inter ha costruito una squadra ad approccio variabile, capace di aspettare l’avversario quando serve, come in alcune fasi della gara con la Juve a Torino, pressarlo alto per sporcare il giro palla, come nel primo tempo di ieri a Bologna, o di scegliere un approccio intermedio ed equilibrato fra pressione alta e attesa. Il risultato è che chi affronta l’Inter non sa mai che squadra dovrà affrontare".
(Repubblica)
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