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Diego Milito, protagonista di un 2010 assolutamente mostruoso, che solo gli "esperti" organizzatori del pallone d'Oro potevano ignorare, ha rilasciato un'interessante intervista al sito della Fifa. FCINTER1908.IT l'ha tradotta per voi in anteprima:
Milito, quale modo migliore per chiudere il 2010 della vittoria sul Mazembe nel Mondiale per Club?
Si, il Mondiale era uno degli obiettivi principali della stagione e siamo contenti di averlo vinto in scioltezza. E' un torneo molto importante di per sè ma aggiunge anche lustro a quanto abbiamo fatto nel 2010. In Sud America è molto considerato e la squadra spendono molto tempo per prepararlo. Infatti quando sono tornato in argentina ho visto quanto i miei connazionali mi hanno festeggiato.In Europa non è così considerato perché si gioca a metà stagione, ma l'edizione di quest'anno ha dimostrato come ormai il calcio si sia livellato a livello mondiale. Bisogna stare attenti ad ogni squadra, di ogni continente. Per questo siamo fieri di portare lo stemma dei campioni del Mondo sulla maglia e cercheremo di rivincere la Champions quest'anno.
Quest'anno hai avuto tanti infortuni. Hai pagato dazio agli sforzi dello scorso anno?
Credo faccia parte della vita di calciatore. Non ero in perfette condizioni ma sono contento di aver recuperato per il Mondiale. Il gol contro il seongnam mi ha ripagato dei sacrifici fatti per esserci. Poi sono stato fuori ancora ma ora sono pronto per la seconda parte di stagione, quando le partite diventano sempre di più e sempre più importanti. Ho avuto grande appoggio dal club e dai tifosi durante questo periodo e per questo sono loro estremamente grato.
Di tutti i gol che hai fatto nel 2010 quale ti ha dato più soddisfazione?
Ogni gol ha un posto speciale nel mio cuore. Ovviamente quelli più importanti sono quelli che ti fanno vincere i titoli. Uno che mi piace ricordare è quello di Siena. Era una partita molto dura e quel gol ci ha assicurato lo scudetto. Poi ovviamente quello nella finale di coppa Italia e la doppietta di Madrid.
Cosa si prova a vedere il proprio nome sul tabellone dei marcatori in finale di Champions? e quale dei due gol è stato più difficile?
Sono stati entrambi difficili e diversi. Il secondo è stato quello che ci ha dato la sicurezza di poter vincere e per questo ho provato un senso di liberazione esultando. E' una grande sensazione quando ti senti vicino al titolo, è stata una sensazione che non dimenticherò mai. Quando ripenso alla finale realizzo quanto me la sono gustata dall'inizio alla fine. Ed è così che dovrebbe essere.
Avevi quasi 30 anni quando hai firmato per l'Inter e prima avevi giocato in club meno prestigiosi. Hai mai perso la speranza di poter vivere successi come quelli dello scorso anno?
No, mai. Devi continuare a credere che puoi migliorare. Devi continuare a lavorare ogni giorno sui tuoi obiettivi. Ma ci sono tantissimi ostacoli. Conosco tantissimi bravi giocatori che non ce l'hanno fatta, a volte non per colpa loro. Sono molto contento di aver vestito le maglie dei club per i quali ho giocato, mi hanno aiutato a crescere come calciatore. Niente mi dà più soddisfazione di giocare per la squadra.
E' al Genoa che hai cominciato a farti un nome
Si sono stato molto bene al genoa, avevo un rapporto fantastico con i tifosi. Sarò sempre grato al club che è stato il primo a credere in me, il primo a darmi una chance in Italia. Ho giocato per loro tra il 2004 e il 2005 e poi sono tornato nel 2008 e ho ricominciato da dove avevo lasciato. Prima ero andato al Saragozza e credo di aver fatto bene anche lì.
Quale attaccante ti ha ispirato?
Il mio idolo era Francescoli ma ho imparato molto guardando Batistuta e Crespo, due grandi attaccanti che hanno segnato tanto in Italia. Anzi Crespo sta continuando a farlo. E' un professionista fantastico.
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