«Ora non vorrei parlare di futuro, comunque sono felicissimo di giocare nell'Inter. L'Argentina? È difficile sfruttare le occasioni quando gli spazi sono limitati, ma sono in pace con me stesso, perchè qui ci sono grandissimi attaccanti».
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MILITO: “NON VOGLIO PARLARE DI FUTURO MA SONO FELICISSIMO DI GIOCARE NELL’INTER”
«Ora non vorrei parlare di futuro, comunque sono felicissimo di giocare nell’Inter. L’Argentina? È difficile sfruttare le occasioni quando gli spazi sono limitati, ma sono in pace con me stesso, perchè qui ci sono grandissimi...
In queste parole c'è tutto il Mondiale di Diego Milito, il Principe interista, che così tanto ha contribuito alle fortune della sua squadra di club. Gol in finale di Coppa Italia ed a Siena, doppietta contro il Bayern, così sono arrivate Coppa Italia, scudetto e Champions League. Ora c'è la possibilità di fare poker ed essere ricordato per sempre come campione del mondo, però Milito deve accontentarsi di guardare dalla panchina. Si consolerà con Moratti, al quale avrebbe chiesto un adeguamento da 5,5 milioni all'anno fino al 2013. Il presidente sarebbe disposto ad accontentarlo, resistendo quindi alle offerte del Real Madrid, a cui cederà soltanto Maicon. Ma nell'Argentina decide tutto un altro Diego, quel Maradona che ha deciso di convocare l'interista, per il quale non stravede, soltanto all'ultimo momento e perchè, dopo quanto l'ex genoano aveva fatto nell'Inter, proprio non poteva escluderlo.
Rimane il fatto che a Milito il ct preferisce Higuain, che ha risposto alla fiducia del tecnico con la tripletta ai sudcoreani. Il Principe ha avuto a disposizione la chance di giocare contro la Grecia, ma non l'ha sfruttata e ad un certo punto Maradona lo ha sostituito con l'ex compagno nel Boca Palermo, andato in gol pochi minuti dopo essere entrato. Potrebbe essere un altro segno del destino, perchè questo non può essere il Mondiale di Milito se perfino 'el Locò gli passa davanti. Rimane il fatto che se l'Argentina diventa campione del mondo uno può essere felice anche da riserva. «Io dico solo che vogliamo andare avanti - aggiunge Milito - anche se la penso come altri miei compagni, e quindi è meglio non dire che l'Argentina sia la principale favorita. Certo abbiamo Messi, e questo non è di sicuro uno svantaggio».
Nella squadra biancoceleste che domenica affronta il Messico, in un ottavo di finale che è la replica esatta di quello che si giocò quattro anni fa in Germania, Maradona, da buon napoletano adottivo, si affida anche alla scaramanzia. Così farà giocare dall'inizio, al posto di Veron, quel Maxi Rodriguez che nel 2006 segnò il gol decisivo che nei supplementari stese 'el Tricolor'. «C'è di nuovo il Messico - commenta Rodriguez - e gioco di nuovo io, sembra quasi un segno del destino. È un ricordo bellissimo, ma ciò che conta è il presente e voglio un'altra vittoria». Maradona medita un cambiamento anche in difesa, dove al posto del non convincente Jonas dovrebbe giocare Otamendi, andato molto bene contro i greci e provato fra i titolari in allenamento. Dentro anche il rientrante Samuel al posto di Burdisso, e con questa formula 'el Pibe de orò è sicuro di battere il Messico.
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