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Chi sono stati i suoi idoli?
—«Mio padre. Poi Zidane, Roberto Baggio e Djorkaeff».
Il segreto di questo scudetto?
—«Siamo stati tutti insieme: noi e i tifosi. La spinta del pubblico è stata pazzesca».
Adesso il sogno è la Champions League?
—«Vorrei giocare un’altra finale e vincerla. Col Manchester City non meritavamo di perdere. Certe partite nella vita capitano una o due volte. Abbiamo parlato tantissimo per capire in cosa potevamo fare meglio. Ci ha reso più forti. E vorrei fare qualche gol in più, come quando giocavo da seconda punta o trequartista».
Con Barella e Calhanoglu forma un centrocampo eccezionale.
—«Siamo ovunque, sempre sulle montagne russe: avanti, indietro, gol, assist, difesa. Uno rimedia ai difetti dell’altro».
Cosa farà a fine carriera?
—«Mi terrò impegnato, impazzirei in casa 24 ore. Voglio imparare a cucinare, viaggiare e tenermi in forma. Non voglio diventare un ciccione. E mi iscriverò a un corso di allenatore, ma non so se vorrò fare l’allenatore».
(Fonte: La Stampa)
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