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Dopo la sentenza emessa dalla Cassazione, anche l'ex presidente nerazzurro, Massimo Moratti, ha voluto chiarire alcuni aspetti che nelle ultime ore stanno emergendo con superficialità. Queste le sue parole in merito:
"Al di là di qualche suggestiva interpretazione in palese contrasto con la realtà, è facile constatare che per l'ottava volta, dal primo giudizio sportivo del luglio 2006 fino all'ultimo della magistratura ordinaria (cinque diversi pronunciamenti dal gup di Napoli fino alla Cassazione) è stata riconosciuta la validità dell'impianto accusatorio che ha portato alla condanna dell'ex a.d. e dell'ex d.g. della Juventus. Sono passati nove anni e noto che le conclusione della Cassazione sono in linea con quella della giustizia sportiva che evidentemente tanto frettolosa non era stata. Non voglio nemmeno riaprire vecchie questioni precedenti a Calciopoli, nelle quali era già intervenuta la prescrizioni, ma trovo non realistici alcuni commenti dopo la sentenza della Cassazione, nei quali si parla di sostanziale parità fra due situazioni del tutto diverse. E non intendo nemmeno riaprire la questione di chia abbia davvero titoli per un'eventuale richiesta di danni: ho ben presente che cosa è accaduto in passato e mi auguro soltanto che ci sia da parte di tutti il rispetto verso una realtà storica che non si presta a interpretazioni equivoche".
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