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Moratti assolve Suning: “Passione per l’Inter gli verrà, anche soffrendo. E il calcio costa 10 volte di più”

Marco Astori

Le parole dell'ex presidente nerazzurro durante l'evento "Inter, passione infinita"

Ospite dell'evento "Inter, passione infinita", svoltosi presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l'ex presidente nerazzurro Massimo Moratti ha affrontato, tra gli altri, anche il tema del passaggio di proprietà, soffermandosi poi anche sui paletti del Fair Play Finanziario e le differenze tra il 2010 e oggi.

Percepisce un senso di disorientamento nella gente verso la nuova proprietà? Forse i tifosi interisti non sono pronti...

"E' anche anche colpa mia che non ho venduto a un italiano che tanto non c'era. Ma andando a vendere a proprietà straniera, non puoi pretendere che in Indonesia e in Cina si abbia una passione per l'Inter così forte, è impossibile. Io credo che gli venga. Steven Zhang è un bravissimo ragazzo, credo che venga la passione per le cose che capitano: le sofferenze danno attaccamento, come la partita di domenica. Le sofferenze ti danno più attaccamento alla società. Per la passione dobbiamo aspettare con calma, arriverà a completamente della passione iniziale, del carico iniziale di una società importante che dava vantaggio alla loro industria, e loro si sono sentiti di aver fatto una cosa prestigiosa. Basta vedere come si sono comportati con me, in maniera cortesissima. Sapevano di avere per le mani una società che è un gioiello. La passione non possiamo pretenderla immediata. E' diversa la storia, anche il carattere della società. Le caratteristiche cambiano in base a chi c'è a capo: poi se vince, non ce n'è. Ci vuole pazienza e non nostalgia, che ti mette in condizione di apprezzare ciò che fanno".

Il FFP non è nato oggi. Moratti e Paolillo si muovevano bene in certi ambienti. Avete saputo farlo meglio di quanto stanno facendo oggi?

"Lo sentivo dire anche del Palazzo, dicevano che non avrei mai vinto lo Scudetto, mi dicevano che non mi sapevo muovere: ma cos'è il Palazzo? Non è un fatto di sapersi muovere, c'è anche un fatto di rapporti. Io per l'Inter ho sempre garantito in prima persona, quindi la società non ha mai corso alcun tipo di rischio. Ultimamente le spese sono aumentate moltissimo: ora un giocatore costa 150 mln, a buon mercato ne costa 40. La vita è cambiata, i soldi sono moltiplicati per 10: sono aumentate le preoccupazioni economiche delle società. Ma la situazione che avevamo era costantemente garantita con l'Uefa. Ora sono aumentati i rischi economici, così come i costi, ora non è uguale a prima. Le cifre ora sono immense e devi saper vendere. Mi ricordo che prima le differenze da coprire erano 5-6 milioni per rientrare nella norma, ora sono 30-40: devi vendere qualcuno importante per coprire. E' tutto moltiplicato. Io grosse grane non ne ho avute".

(Fonte: Inviata per FCINTER1908.IT, Eva Provenzano)