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Moratti: “Messi-Inter, ora più che mai. Felice per Zhang”. Avanti con Conte? Risponde così

Le parole dell'ex presidente nerazzurro

Marco Astori

Lunga intervista concessa da Massimo Moratti, ex presidente dell'Inter, ai microfoni di Tuttosport. L'argomento principale della chiacchierata è ovviamente la cavalcata dei nerazzurri in Europa League: «Con lo Shakhtar è stata una partita esaltante che ha dimostrato come questa squadra stia vivendo una crescita costante. Prima il Getafe, poi il Bayer, quindi gli ucraini: in ogni partita l’Inter ha dato sempre di più. E questo è quello che spinge a essere davvero ottimisti anche per la finale con il Siviglia».

La partita con gli andalusi, a dieci anni dal Triplete, rappresenta un po’ un cerchio che si chiude?

«Beh, non dimenticherei però la Coppa Italia vinta l’anno seguente e quanto fatto da Leonardo in quel campionato che era nato male per i motivi che tutti sanno. E Leo è stato bravissimo a rimettere le cose a posto. Però, devo ammettere che è interessante il fatto che questo cammino compiuto in Europa sia arrivato esattamente dieci anni dopo il trionfo di Madrid e credo che, al di là di quanto succederà con il Sivilgia, sia davvero iniziato un nuovo percorso».

Cosa glielo fa dire?

«Lo vedi da come la squadra è stata strutturata, dall’impostazione che le è stata data, dal gioco espresso in campo: tutti fattori che inducono a essere molto ottimisti».

Suning può iniziare a vincere proprio dalla “sua” stessa Coppa: un segno del destino?

«Penso anch’io che possa esserlo. Noi eravamo arrivati in finale pure nell’anno precedente e forse non avevamo dato la dovuta importanza all’evento. Ma la Coppa Uefa, come la Coppa Italia, sono quei trofei che, se vinti, ti danno l’ambizione di fare qualcosa di importante anche in campionato».

In cosa Conte le ricorda Mourinho?

«Io non faccio mai raffronti tra i vari allenatori, certo è che colpisce la grande attenzione che ci mettono entrambi e il fatto che pensino sempre e solo al calcio. Condizioni che rendono Mourinho e Conte professionisti completi nel lavoro che fanno. Poi entrambi sono ossessionati dalla vittoria: sanno che devono puntare a quello e il loro atteggiamento fa da traino a tutta la società».

Da presidente, come avrebbe accolto le frasi di Conte dopo Bergamo?

«Le persone bisogna conoscerle direttamente e bisogna lavorarci insieme. Poi, a seconda del rapporto che hai con un allenatore, puoi sopportare o meno una cosa di quel genere. Devo dire che Conte, al di là del suo modo di fare, mi sembra un professionista di una tale serietà, un tale esempio di applicazione nel suo lavoro che forse puoi anche fare a meno di mantenere rancore su una cosa di questo genere».

Quindi avanti con Conte?

«Beh, questo senza dubbio».

Cosa ha provato nel vedere un dominio così netto sullo Shakhtar?

«Grande soddisfazione. Il primo tempo è stato abbastanza equilibrato, le squadre sembravano due boxeur che si studiavano. Mentre nella ripresa, dopo il secondo gol, non c’è più stata partita. L’Inter ha dominato non soltanto perché lo Shakhtar ha capito che si trovava di fronte una squadra difficile da superare, ma proprio perché ha giocato davvero bene. E credo che questo abbia dato grande soddisfazione ai tifosi che stavano davanti alla televisione».

Si aspettava un impatto così importante da parte di Lukaku nel nostro calcio?

Il belga è ora a un gol dal primo Ronaldo...

«Però c’è una differenza: uno è stato una sorpresa, mentre Ronaldo - quando l’abbiamo preso - si sapeva che aveva doti eccezionali. Credo che il gioco di Lukaku si basi molto sulla volontà e questo gli dà grande merito. Certo, c’erano speranze su di lui, ma non arrivavano a questo punto».

La coppia con Lautaro fa sognare. L’argentino sembra il giocatore che più si è migliorato in questa stagione.

«Lautaro ha doti notevoli, è un giocatore di grande classe. Il suo miglioramento era aspettato ma, devo essere sincero, non in modo così rapido. In campo, oltre a segnare, è un giocatore utilissimo per la squadra, per questo capisco che sia desiderato da altre società. L’argentino è davvero un giocatore dal potenziale enorme».

L’Inter vista in Germania, può realmente lottare per battere la Juve in campionato?

«Il percorso fatto in queste finali è utile soprattutto a questo, a prescindere che la Coppa si vinca o meno. Ora c’è la consapevolezza di avere le doti e le qualità necessarie per poter competere in campionato. Questa è la cosa più importante di questo agosto dedicato al calcio».

Messi all’Inter: è un sogno oppure stavolta c’è uno spiraglio per vederlo in nerazzurro?

Che gara si aspetta dal Siviglia?

«Bella e avvincente, ma non vorrei sottovalutare l’abitudine da parte degli spagnoli di giocare le finali e di vincerle anche. Quindi bisogna essere molto prudenti, tuttavia ritengo che l’Inter abbia la giusta dose di fiducia e realismo per affrontare l’impegno. Io, insomma, la vedo positivamente questa finale».

Sarà comunque un punto di svolta, questa partita, per l’Inter.

«Quello, ripeto, c’è già stato ed è reso evidente dal modo in cui la squadra ha affrontato questo torneo. E credo che sia la grande spinta per il prossimo campionato».

Dopo la vittoria sullo Shakhtar ha sentito Steven Zhang?

«Sì, con dei messaggi. È stato carino a farsi sentire e gli ho fatto i complimenti più sinceri. Vincere non è mica facile perché sono in tanti a partecipare, ma lui ha fatto tutti gli sforzi necessari per poterci arrivare e sono molto felice per lui».

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