- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
"A poche ore dalla sfida che vale una stagione, non posso certo dimenticarmi di chi in settimana ha spento 73 candeline su una torta che immagino rigorosamente nerazzurra. Perché Massimo Moratti nonostante non ricopra più ufficialmente quella carica, di fatto per tutti i tifosi è Il Presidente e credo lo resterà per l’eternità.
"Del resto la storia della Famiglia Moratti è visceralmente connessa con l’Inter, marchiata a fuoco e francamente inscindibile. Non è neppure possibile immaginare un’Inter senza i Moratti e viceversa.
"Senza tediarvi oltremodo, perché ognuno ha un’idea e non sarò certo io a farvela cambiare e francamente neppure mi interessa, quello che mi piacerebbe trasmettervi è l’amore che quest’uomo e non solo lui, ha avuto ed ha tutt’ora per questi colori. Ho avuto la fortuna di frequentarlo e di viverlo per circa 15 anni in cui è successo di tutto ed il denominatore comune è sempre stato l’amore incontrovertibile ed incondizionato per l’Inter. Ogni scelta, ogni errore, ogni colpo, è stato fatto sempre in virtù dell’amore. Spesso andando contro ogni logica, contro magari i consigli di chi cercava di riportarlo sulla strada della logica e del freddo ragionamento ma il calcio è passione e fa a pugni spesso con la logica. È sempre stato eccessivamente buono, innamorato. Ed a volte, lo sapete, per troppo amore si perde lucidità. Si fa fatica a percepire l’essenza e non farsi influenzare dal fuoco sacro della passione che arde e con un filo di vento divampa e incendia. Si arriva addirittura a sbagliare sapendo di farlo, ma del resto cosa non si fa per amore. Perché Massimo Moratti è un eterno innamorato come lo siamo noi, con la piccola differenza che lui ha sempre sentito e sopportato il peso di chi aveva sulle spalle non solo il club ma l’amore e le incertezze e inquietudini dei tifosi. Perché per il Presidente i tifosi sono l’anima della società.
"Sì è vero, non avremo vinto 7 Champions e probabilmente abbiamo vinto meno di quanto avremmo dovuto e potuto. Adesso senza tornare su Calciopoli, da dove non ne usciremo mai, abbiamo avuto il piacere di vedere in nerazzurro fuoriclasse che mai forse avremmo immaginato. Certo erano altri tempi, ma i Campioni che ci ha regalato a Milano non possiamo dimenticarli. Ci ha sempre messo il ‘suo’ Massimo Moratti, perché si è sempre occupato dell’Inter in prima persona a 360°, usando il proprio patrimonio personale. Chi oggi farebbe una cosa del genere? Nessuno. Con la famiglia Moratti avevi la consapevolezza di chi si sente protetto, coccolato. La vicinanza di Massimo, della sorella Bedy che non ha mai saltato neppure un’amichevole, ti trasmettevano quel senso di appartenenza e di familiarità che ormai è sparita. Hanno sempre vietato che nel club entrassero sponsor legati a scommesse e affini in un’ottica di trasparenza totale. A Massimo Moratti non è mai interessato il supporto dei tifosi in senso stretto. Spesso andò in contrasto con la parte calda del tifo che gli rimproverava una gestione troppo patriarcale e poco professionale, criticandolo per i continui cambi di allenatore. Ma forse oggi quasi faremmo carte false per rivederlo alla guida di un club del quale non capiamo ancora tante cose.
"Certo i tempi sono profondamente cambiati, se pensiamo che dietro a società di calcio ci sono interi Stati, capiamo perfettamente che i Moratti e i Berlusconi di un tempo non sono più rapportabili a meno di una gestione oculata e limitata che di fatto ridimensionerebbe il club. Il calcio di oggi ha un dislivello troppo accentuato con un FFP che così studiato non permetterà mai di rientrare nell’elite che conta. Ma la storia tuttavia non si cancella e forse tutti quelli che ai tempi criticavano Moratti oggi ripensandoci lo rivorrebbero a garanzia di difesa e protezione di una Società che fa fatica ad uscire dall’oblio. Del resto abbiamo ancora un presidente indonesiano sparito dai radar da tempo che non è di fatto interessato al futuro del club. Senza andar dietro ai falsi clichè del ‘Moratti ci ha portato sull’orlo del fallimento’- perché perdonatemi - questa è una balla di dimensioni abnormi: Massimo Moratti non avrebbe mai permesso che l’Inter fallisse. Certo la gestione finale è stata deficitaria ma ormai eravamo già nella fase di passaggio, il luogo comune del fallimento è una sciocchezza che prima di dirla andrebbe se non altro verificata. Ma il problema è che oggi parlano e scrivono proprio tutti...il problema è che troppo spesso parla chi non ha mai avuto modo di conoscerlo e frequentarlo, viverlo. In tutto e per tutto. Ammetto in tutta onestà fare maledettamente fatica a vedere l’Inter senza la guida saggia ed esperta di Moratti. Manca enormemente una figura imponente e mediatica come la sua, ma fa parte del trascorrere inesorabile del tempo. Buon Compleanno Presidente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA