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Moratti: “Ho parlato con Zhang, voleva tenersi l’Inter. Ora fiducia nella dirigenza”

Moratti: “Ho parlato con Zhang, voleva tenersi l’Inter. Ora fiducia nella dirigenza” - immagine 1
Le nuove parole dell'ex presidente nerazzurro dopo il contatto delle ultime ore con Steven Zhang
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Massimo Moratti è tornato a parlare. L'ex presidente dell'Inter ha raccontato ai microfoni del Corriere della Sera di aver sentito nelle ultime ore Steven Zhang, ormai fuori dal club nerazzurro dopo quanto accaduto nella giornata di ieri. Proprio Moratti ha raccontato lo stato d'animo del rampollo dei Suning:

Moratti: “Ho parlato con Zhang, voleva tenersi l’Inter. Ora fiducia nella dirigenza”- immagine 2

«Sì, sono riuscito a parlare con Steven Zhang. Si è detto dispiaciuto, parecchio dispiaciuto. Avevo raccontato fin da subito che si tratta di un ragazzo perbene, intelligente, serio; alla guida dell’Inter è cresciuto diventando un vero presidente. Oltre ai trofei che ha portato e ai soldi investiti. Tanti. Non dimentichiamolo mai».


D’accordo, e però, dottor Massimo Moratti, lei sa più di tutti che nel tifoso domina l’egoismo. Sicché, per buona pace della famiglia cinese, con i doverosi ringraziamenti e la doverosa stima, adesso ci si interroga su Oaktree. Qual è lo stato d’animo dell’interista?

«La questione, qui, non è che dobbiamo star sereni, bensì che lo vogliamo. Ed è profondamente diverso».

Ma loro, quelli del fondo americano, lo capiranno? Gli fregherà qualcosa? Esiste questo percepito dai più, ovvero di avere a che fare con una sorta di entità. Insomma, esistono? Quali volti hanno? Chi comanda?

«Intanto, stando dentro la realtà, una premessa: il fatto che un fondo disponga di un patrimonio pressoché infinito, non per forza significa che sia una “qualità”. Intendo dal punto di vista del tifoso: l’Inter non rappresenterà il centro di gravità degli interessi, non è la priorità ma soltanto una delle attività».

Così si comincia già con la preoccupazione.

«Abbiamo appena festeggiato la seconda stella... Forse, ripeto forse, non riusciamo a metterci a ragionare sui problemi... Ci sta, dai...».

Oaktree sarà un problema?

«E chi può dirlo... Percepiamo una certa sicurezza nella catena dirigenziale, non abbiamo alternative se non fidarci di loro».

Dietro le mosse del fondo può esserci un compratore?

«Non sono all’Inter, è una domanda da porre a chi è dentro l’Inter».

Ma oggi, a quale continente guardare per eventuali capitali da investire nel calcio?

«Bah, si nominano talvolta possibili acquirenti mediorientali, però...».

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Però alla fine, grosso modo, sempre fondi sono?

«Esatto. I fondi rappresentano una buona parte del pallone contemporaneo».

È un punto d’arrivo obbligato?

«Il calcio richiede l’esborso di straordinarie quantità di denaro. E non tutte le società riescono a tenere botta, senza contare le questioni globali degli ultimi anni, come la pandemia, e le criticità specifiche in Cina...».

Nel caso dell’Inter, come in quello del Milan, avere lo stadio di proprietà avrebbe potuto/potrebbe alzare l’appeal?

«Steven stava già esposto di molto con le banche: dove li trovava i soldi?».

Questo finale lei se lo aspettava? La fine dell’era Zhang.

«L’ho sentito dispiaciuto nella misura in cui ha cercato ogni mossa per tenersi l’Inter. Ha lottato fino all’ultimo».

Lautaro e Barella rinnoveranno?

«Non voglio eludere la risposta: però in questo nuovo quadro societario, il punto vero è l’incapacità di predire il domani».

In sintesi, si torna a vivere alla giornata?

«Lo scudetto, per come è stato vinto, rimane una meraviglia. Godiamocelo».

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