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Moratti: “Non c’è sudditanza degli arbitri. Stanchi ma vinciamo. Il MIlan..”

Soddisfatto della sua Inter che “va molto bene”, il presidente nerazzurro, Massimo Moratti, non crede che, al momento, il tentativo di rimonta abbia creato complessi nel Milan capolista. Contro il Chievo, ha replicato ai cronisti fuori...

Alessandro De Felice

Soddisfatto della sua Inter che "va molto bene", il presidente nerazzurro, Massimo Moratti, non crede che, al momento, il tentativo di rimonta abbia creato complessi nel Milan capolista.Contro il Chievo, ha replicato ai cronisti fuori della sede della Saras, "il Milan ha fatto la sua partita, ce ne sono ancora tante da giocare, sempre meno ma ancora tante, non credo ci siano questi complessi, per il momento, nei giocatori" rossoneri. Il numero uno di corso Vittorio Emanuele, poi, non mostra alcuna preoccupazione per la gara sofferta di sabato sera contro il Cagliari, vinta per 1-0 non senza difficoltà nella seconda parte della gara. "Ultimamente abbiamo sempre vinto e, quindi, va molto bene - sorride riferendosi alle nove vittorie su undici in campionato dall'arrivo di Leonardo -: nel gioco ogni tanto si può essere un po' stanchi ma la partita non era facile. L'importante - ha argomentato - era vincere". A chi gli chiedeva invece se l'Inter non avesse tirato un po' il freno a mano nella ripresa contro i sardi, Moratti si è limitato a replicare: "forse un po' sì. Non so se si facciano volutamente queste cose, la squadra è diventata un po' prudente ma forse - conclude - era anche una forma di buonsenso".

Nell'ultimo turno di campionato, che ha visto Inter e Milan vincere contro Cagliari e Chievo in due partite segnate anche da sviste arbitrali, non vi è stata alcuna forma di sudditanza psicologica verso le grandi da parte dei direttori di gara, bensì, "involontariamente una forma di par condicio", ha continuato Moratti. "Involontariamente - ha osservato il presidente - mi sembra ci sia stata una forma di par condicio". Sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti delle grandi? È stato chiesto. "Non credo: sono stati due errori, capita", ha concluso il presidente.