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MORATTI – THOHIR, prime frizioni? Allarme rientrato, la causa nerazzurra è il bene comune

Giovanni Montopoli

“Risanare l’Inter”. Questo il passaggio che non convince Massimo Moratti e che sarebbe alla base di un leggero attrito tra il petroliere e il nuovo proprietario dell’Inter. MECENATE – alla consegna del premio “Mecenate dello Sport”...

“Risanare l’Inter”.

Questo il passaggio che non convince Massimo Moratti e che sarebbe alla base di un leggero attrito tra il petroliere e il nuovo proprietario dell’Inter.

MECENATE – alla consegna del premio “Mecenate dello Sport” Massimo Moratti ha sottolineato il concetto. La manifestazione diventa occasione per toccare argomenti a 360°, argomenti che non possono escludere il rapporto tra i due presidenti (onorario ed effettivo) dell’Inter. Rapporto che al momento avrebbe vissuto anche qualche piccola frizione, inevitabile ma non per forza insanabile. Punti di vista e criteri di valutazione che possono non andare sempre di pari passo. Ma tutto rientrato, nessun allarme.

TRIPLETE – i primi focolai dopo l’ultima gara di campionato contro il Chievo. Alla base la decisione di non rinnovare il contratto di Cambiasso e quelle dichiarazioni sibilline del petroliere “la società ha preso le sue decisioni, io alcuni eroi del triplete li avrei tenuti”.

DIFFERENZE – l’Inter resta di fatto il bene comune di entrambi, ma le differenze non potevano non affiorare. Differenze dettate da modalità di vedute, età e cultura diversa, romanticismo per uno e pragmatismo per l’altro. Differenze che, con i dovuti chiarimenti, lasciano comunque emergere un senso di amore e dedizione verso la causa. Causa che resta di fatto il bene comunque da salvaguardare.

ERRORI – considerazioni ma anche autocritica da parte dell’ex proprietario dell’Inter ma, soprattutto, conferma della scelta: “ho visto in Thohir la persona giusta perché in un momento portava tutto quel mercato che a costruirlo ci avremmo messo 4/5 anni. dove abbiamo sbagliato dopo il 2010? Sul fronte commerciale, nel non saper vendere la squadra campione del mondo. Eravamo attaccati alla parte calcistica, dal punto di vista del business è normale che devi partire dei conti, cosa che non ho fatto io e credo che lui invece si preoccupi di questo. È un persona onesta e intelligente”.