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ESCLUSIVA Moriero: “Inter, la coppa per Simoni. Conosco bene Conte e so che vuole…”

Marco Macca

Continua l'avvicinamento di FCInter1908.it alla finale di Europa League: in esclusiva ecco Francesco Moriero

I giorni passano, lentissimi. Quasi a voler prolungare beffardamente un'attesa e un'ansia che già fanno sentire il loro peso. Perché dieci anni sono tanti, e il desiderio in tutto questo tempo è diventato famelico. L'Inter si riaffaccia a una finale europea, dieci anni dopo la leggendaria notte di Madrid in cui i nerazzurri di Josè Mourinho alzarono al cielo la terza Champions League della loro storia. Questa volta, i ragazzi di Antonio Conte, al termine di un'annata infinita e complicata sotto tanti aspetti, si giocano la possibilità di vincere l'Europa League. Ad attenderli, a Colonia, c'è il Siviglia. Che, in dieci anni (dal 2006 al 2016) ha vinto questa Coppa per 5 volte, e che si appresta a tentare l'ennesimo assalto.

Non sarà facile, ma nella semifinale contro lo Shakhtar Donetsk, vinta per 5-0, questa Inter ha dimostrato di non volersi porre più limiti. E allora, concentrazione massima, verso un trofeo che sarebbe davvero simbolico. Sarebbe bello poter dedicare la vittoria a Gigi Simoni, che poco fa ci ha detto addio. Sarebbe il primo trofeo dell'era Suning, come la Coppa UEFA del 1997-98 lo fu per Massimo Moratti. Quella sera, in campo, c'era anche Francesco Moriero, uno degli idoli della tifoseria interista. FCInter1908.it ha voluto vivere con lui l'attesa della partita più importante degli ultimi anni in casa Inter.

Allora mister, che significato ha questa finale europea per l'Inter 10 anni dopo?

Ritornare in finale dopo 10 anni mi fa strano perché credo e sono convinto che un club come l’Inter ci debba sempre essere in finale. Ma di sicuro è un grande traguardo per la nuova proprietà, che sta lavorando sodo per portare l’Inter dove merita insieme al mister Conte.

Quella del '98 fu una serata magnifica. Ricordo quella gara come fosse ieri, eravamo un gruppo straordinario con una mentalità vincente. Non abbiamo mai dubitato di non poterla vincere quella finale contro la Lazio, che pure era una squadra forte. Ricordo che non ci fu partita, volevamo quella Coppa.

Ci sono analogie fra questa Inter e la sua?

Diciamo che sono due squadre diverse: la nostra era una squadra più di fantasia, con calciatori che potevano risolvere la partita da un momento all'altro. C'erano anche dei solisti che, uniti, potevano diventare devastanti. Vedi Ronaldo, Zanetti, Zamorano, Simeone. Avevamo un grande spirito di squadra, cosa che secondo me ci accomuna all'Inter attuale.

Potrebbe essere il primo trofeo dell'era Suning, come la vostra Coppa UEFA lo fu per Moratti. Ci sono le carte in regole per vivere un periodo altrettanto luminoso?

Suning, insieme allo staff tecnico e soprattutto Antonio Conte, sta lavorando per poter portare l’Inter dove merita. Credo che l’Inter per quello che ha fatto vedere merita di vincere, anche se il Siviglia è una squadra ostica da affrontare.

Sono dell’idea che Lukaku sia un giocatore molto forte. Con Conte è cresciuto tanto e ha una media gol importante, ma Ronaldo era un’altra cosa. Era il Fenomeno. Tecnica, fisicità, fantasia. Riusciva a fare cose che difficilmente si potranno rivedere nel calcio attuale.

Tra l'altro, quella sera, Ronaldo segnò uno dei suoi gol più belli in maglia Inter. Anche grazie a un suo grande assist...

Ricordo che ero in panchina perché mister Simoni schierò Zamorano, Ronaldo e dietro le punte Youri (Djorkaeff, ndr). Credo sia stata l’unica volta che lo fece, azzeccando tutte le mosse. In quell'azione recuperai palla a centrocampo e senza guardare lo mandai in porta perché sapevo che avrebbe attaccato la profondità. E così fu. Poi ci pensò lui. Ronaldo e io eravamo molto in sintonia.

Simoni è stato un Grande. Anzi, è un grande uomo, oltre a essere un grande allenatore. Per noi non è mai andato via. Anche oggi nella nostra chat privata dei ragazzi del '97-'98 lo ricordiamo ogni giorno. Sarebbe bello dedicargli questo trofeo.

Che avversario è il Siviglia? Ci fa un suo pronostico?

Il Siviglia è una squadra esperta, gioca molto sugli interscambi delle catene laterali, ha due terzini che sanno spingere ed esterni di attacco bravi nel saltare l’uomo. In avanti hanno giocatori che possono far male. Ma, come ho detto prima, se l’Inter gioca con quella cattiveria agonistica e con quella concentrazione che ha dimostrato nel suo cammino sarà dura per il Siviglia. Essendo scaramantico non amo fare pronostici, spero solo che vada come deve andare.

Alla fine, Conte ha trovato davvero la sua Inter e anche qualche dissapore con la dirigenza sembra essersi attenuato. Lei che lo conosce bene, pensa che alla fine resterà in nerazzurro per iniziare un ciclo duraturo e vincente?

Conte lo conosco benissimo. Conosco la voglia che ha di portare l’Inter nelle top in Europa. Ha il suo modo di lavorare, è uno che dice quello che pensa. Una persona vera. Poi, c’è a chi piace e a chi no, ma il suo valore non si discute, per quello che ha fatto in passato e per quanta passione ci mette nel suo lavoro.

Abbiamo letto tante indiscrezioni sul prossimo futuro di Moriero. Lo rivedremo presto in panchina?

Sono 12 anni che faccio questo bellissimo lavoro tra alti e bassi, facendo il mio percorso formativo. Ho avuto dei colloqui con alcuni club, ma per ora sono in attesa. Mi piacerebbe trovare un club dove il lavoro settimanale sui giovani sia più importante dei risultati della domenica ed esprimere la mia idea di calcio. Sono ottimista e aspetto la chiamata giusta, anche da un settore giovanile importante.