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MOU: “Appartengo al Chelsea. In Italia avevo perso alcune cose e per questo…”

José Mourinho chiude le porte ad un possibile nuovo trasferimento. Lo Special One giura eterno amore al Chelsea e lo fa dalle colonne del London Evening Standard: “Non sto pensando al mio prossimo passo perché non voglio che ci sia un...

Daniele Mari

José Mourinho chiude le porte ad un possibile nuovo trasferimento. Lo Special One giura eterno amore al Chelsea e lo fa dalle colonne del London Evening Standard:

"Non sto pensando al mio prossimo passo perché non voglio che ci sia un prossimo passo. Ci sarà solo se e quando il Chelsea lo vorrà. Non sto cercando nuove esperienze, sono qui per restare. Io appartengo al Chelsea e il Chelsea appartiene a me. E' un rapporto professionale assolutamente diverso dagli altri".

RITORNO IN INGHILTERRA - "Lo avevamo già deciso a Madrid, è perfetta per la mia famiglia. In questo momento c'è grande maturità nella mia famiglia. Ho una figlia di 17 anni, un figlio di 14, per loro non era complicato spostarsi quando erano più piccoli ma ora sono in un'età in cui è molto più difficile. Una carriera universitaria è l'obiettivo di mia figlia, mia moglie ama questa città ed è per questo che abbiamo tenuto la nostra casa. Il successo che ho avuto in carriera mi ha permesso di poter scegliere il mio destino. Non sapevo se il Chelsea sarebbe stato disponibile ma quando mi hanno detto di sì ho pensato che fosse la scelta perfetta".

SCELTA DI VITA - "Non sono una persona con una grande vita sociale, mi piaccono le cose semplici che avevo perso in Italia, Spagna e Portogallo. Penso che Londra sia l'unico posto in Europa dove posso mantenere queste piccole cose. Posso andare a scuola, aspettare i miei figli e gli altri genitori mi considerano solo un genitore come loro. Posso camminare per Sloane Street o Old Bond Street e se c'è qualcuno mi disturba state pur certi che non è inglese. Si tratta di turisti che non riescono a controllarsi. Gli inglesi sono più educati e rispettosi della vita privata. Posso andare al ristorante, posso prendere il taxi e se l'autista tifa Arsenal o Tottenham si diverte a parlare di calcio con me. Questo è impossibile in Italia o in Spagna. Mi piace anche come a Londra vivono i derby: dopo il weekend, tutti vivono tranquillamente nella stessa città e tutto torna normale".

FUTURO - "Se volessi un lavoro tranquillo sceglierei una nazionale ma non è quello che voglio. Voglio stare esattamente dove sono. Non mi piacerebbe neanche un club che fosse di gran lunga il migliore del campionato, senza alcun tipo di competizione".