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Mourinho non ha digerito il no dell’Inter: ama i tifosi, ecco con chi ce l’aveva

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L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: Jose Mourinho ha riservato non poche frecciate all'Inter. Un amore tradito il suo?

Alfio Musmarra

Ho letto di tifosi sconcertati per le parole di Mourinho, in molti mi avete scritto chiedendomi cosa ne pensassi. Alcuni di voi erano più o meno infastiditi, alcuni profondamente delusi, ma evidentemente in questi anni avete un po’ smarrito il contatto con il personaggio Mourinho. Quello che avete tendenzialmente amato (parlo ai tifosi dell’Inter) sopra ogni cosa.

Mourinho non ha digerito il no dell’Inter: ama i tifosi, ecco con chi ce l’aveva- immagine 2

Perché cadere dalle nuvole per le parole del tecnico portoghese, vuol dire non conoscerlo affatto.

In molti avete travisato le sue parole: che più che essere un attacco all’Inter sono un vero e proprio atto d’amore. Sì, amore per l’Inter che era e che oggi non è più. Perché per lui, l’Inter è quella di Moratti, perché per lui l’Inter era quella con valori profondamente riconosciuti e riconoscibili. Oggi per svariati motivi (...) quell’Inter non esiste più. L’amicizia tra Zhang e Agnelli, l’arrivo di Marotta ex dirigente sempre della Juventus, che al momento di decidere gli ha preferito un altro bianconero di ferro: Antonio Conte.

Il vero destinatario dell'attacco di Mourinho

Questo lui non l’ha mai capito oltre che digerito.

Perché mai avrebbe immaginato che nel momento in cui ci fosse stata, dopo tanti anni, la possibilità di tornare, gli avrebbero preferito un simbolo di juventinità.

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Poi capisco chi non abbia mai dimenticato quell’addio di Madrid dopo la vittoria della Champions, quel voler andare al Real Madrid fuggendo su una macchina di Florentino Perez.

Ecco perché le parole della conferenza stampa di presentazione alla Roma vanno un po’ riequilibrate. Non sono un attacco diretto all’Inter, ma più probabilmente a chi non lo ha voluto ‘riportare a casa’. A chi gli ha impedito di ricongiungersi nonostante tutto con un mondo che Josè ha sempre considerato ‘suo’.

Perché l’empatia che ha saputo costruire con i tifosi è stato qualcosa di indescrivibile e non basteranno nuovi proprietari e dirigenti a stravolgere le cose. Poi ognuno sarà sempre libero di non perdonargli il frettoloso addio ma non potrà mai cancellare un biennio travolgente di vittorie culminato con un Triplete storico che in Italia resta tutt’ora ineguagliato.

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