copertina

MOURINHO: “LUCIO IL DIFENSORE CHE CI MANCAVA. SNEIJDER DA SCUOLA AJAX. INTER-SIENA RAPPRESENTA QUELLO CHE SIAMO!”

José Mourinho, nell’intervista al sito dell’Uefa che precede la partita con il Chelsea, ha parlato anche del mercato  estivo dell’Inter e del feeling, ormai fortissimo, con la società nerazzurra, anche per quanto riguarda le...

Daniele Mari

José Mourinho, nell'intervista al sito dell'Uefa che precede la partita con il Chelsea, ha parlato anche del mercato  estivo dell'Inter e del feeling, ormai fortissimo, con la società nerazzurra, anche per quanto riguarda le scelte della campagna acquisti: "Se l'allenatore fa bene e la società lo appoggia, come accade qui, cerchiamo sempre di cambiare per migliorare - spiega il tecnico, 47 anni -. Abbiamo acquistato alcuni tipi di giocatori che l'anno scorso non avevamo, per esempio un trequartista puro come Wesley Snijder. Poi abbiamo più soluzioni in attacco con [Diego] Milito, [Samuel] Eto'o e [Goran] Pandev"."Naturalmente abbiamo perso Zlatan Ibrahimović, ma con questi tre giocatori abbiamo più soluzioni e più opzioni. Inoltre, Lucio è il difensore centrale che non avevamo, alto e forte nel gioco aereo. Penso che siamo più adatti alle esigenze del calcio moderno".

Mourinho poi si sofferma sull'uomo in più di questa Inter, Wesley Sneijder.  "E' un classico giocatore di scuola Ajax. Di solito, chi veste quella maglia fin da ragazzino è tecnicamente impeccabile. Sa calciare sia di destro che di sinistro, gioca con intelligenza e ha sempre gli occhi bene aperti per leggere la partita. È la conseguenza del lavoro svolto da ragazzi, che poi è la splendida mentalità dell'Ajax. All'Inter, invece, ha una struttura gli dà la possibilità di giocare come vuole. A volte penso che sia un attaccante perché ha molta libertà di movimento. Qui ha trovato l'ambiente giusto per esprimere le sue potenzialità".Ma la vera differenza rispetto allo scorso anno è rappresentata dalla mentalità: "La partita contro il Siena rappresenta bene quello che siamo - prosegue Mourinho -. Perdevamo e abbiamo segnato il 3-3 al 91'. Una squadra normale avrebbe detto: 'Okay, ce l'abbiamo fatta, abbiamo un punto e non abbiamo perso', ma io ho gridato ai giocatori: 'Mancano tre minuti, giocate!'. Potevamo vincere o perdere. Abbiamo vinto"."Samuel mi chiedeva, 'Torno dietro?' e io ho risposto 'No, stai avanti altri tre minuti e vediamo che succede'. È stata una mia decisione, ma un allenatore può solo essere aggressivo e avere questa mentalità vincente, se sa che la risposta dei giocatori è buona".