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Un anno fa il mese più temuto dai tifosi nerazzurri, dicembre, regalava tensioni delle quali l'Inter avrebbe fatto volentieri a meno. Radja Nainggolan messo fuori rosa alla vigilia di Inter-Napoli (un ritardo che aveva fatto traboccare un vaso già evidentemente colmo) con comunicato della società, e poi un misterioso audio che ammiccava alla sua ex squadra, la Roma, e alludeva alle difficoltà all'Inter.
A seguire il ritardo di Mauro Icardi dalle vacanze (con il caso che si sarebbe poi lentamente gonfiato) e un gennaio altrettanto scoppiettante con l'inaspettato mal di pancia di Ivan Perisic (in sede per chiedere la cessione). Un inverno frizzantino, appesantito ulteriormente dai risultati (nel mese di gennaio sconfitta con il Torino, pareggio con il Sassuolo e l'eliminazione dalla Coppa Italia).
Un dicembre diverso
Il dicembre dell'Inter di Antonio Conte, perché questa Inter gli assomiglia sempre di più soprattutto quando si mostra intransigente, si è presentata alle vacanze di Natale prima in classifica e a braccetto con la rivale bianconera. Ha salutato Appiano Gentile con una serie di indicazioni necessarie a non buttare alle ortiche il lavoro svolto finora.
Non esagerare con i festeggiamenti e dedicare parte del tempo all'attività fisica.
I giocatori dell'Inter hanno preso molto sul serio il messaggio che Conte sta scolpendo a caratteri cubitali sui muri della Pinetina e sono tornati dalle vacanze carichi e sereni. Con la voglia di ricominciare, di scendere in campo, di conquistarsi un posto nell'undici titolare. L'obiettivo più ambito parla la lingua del noi, mai quella dell'io. E non è più solo uno slogan.
Una significativa differenza
E allora c'è che il gruppo si cerca e si trova anche a distanza, ricordandosi vicendevolmente i compiti e incoraggiandosi nel tornare al lavoro. Lo fa sui social e trova per questo grande consenso nella piazza nerazzurra. Quasi le vacanze fossero un intermezzo da smaltire il prima possibile per tornare a concentrarsi sulla battaglia in campionato. E non solo.
C'è una significativa differenza anche nel racconto social di queste vacanze, che hanno visto protagonisti i video di Borja Valero e Lukaku impegnati nella corsa. C'è una sensibilità diversa. Le cartoline dalle vacanze vanno bene, ma con moderazione. Le allusioni a vacanze più brevi del solito o con qualche limitazione in più non hanno trovato sfoghi social. Lo hanno capito i giocatori nerazzurri, ma anche le rispettive compagne. Il "noi", insomma, non si è sciolto neanche in vacanza.
È un'Inter che bada molto alla sostanza, ma non dimentica la forma. Una sorta di rispetto antico (per il proprio mestiere ma anche per come questo mestiere venga infine percepito dai tifosi), che spesso in passato è mancato. Un anno fa c'erano troppe voci fuori dal coro, troppi interessi dei singoli che fagocitavano la causa comune. Divertimenti extra, pensieri di mercato, ritardi. Nulla di tutto ciò ha trovato anche solo accenno quest'anno. La nuova legge della Pinetina parla chiaro: o si sta con il mister e alle sue condizioni o si è fuori. E chissà perché sgomitano tutti per stare dentro. Chi pensa che questa non sia ancora l'Inter di Antonio Conte sbaglia i suoi calcoli. Di brutto.
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