I rapporti tra Inter e Milan sono sempre più tesi. Il tema legato al nuovo stadio continua ad essere all'ordine del giorno e la relazione tra i due club è ai minimi storici: il futuro dello stadio in comune a San Siro sembra sempre di più appeso a un filo.
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Inter infuriata, rottura col Milan per il nuovo San Siro: Zhang deluso, il piano
I tempi lunghi imposti dal Comune di Milano per il sì definitivo al progetto della Cattedrale hanno spazientito le società e raffreddato i rapporti tra le proprietà.
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I punti di vista sono cambiati e al momento sempre più distanti, come rivela La Gazzetta dello Sport:
"Il Milan, come detto qualche settimane fa dal presidente Paolo Scaroni, ha fretta ed è pronto a farsi lo stadio di proprietà da solo lontano da San Siro decidendo in tempi brevissimi, diciamo questa primavera. L’Inter è invece certa che il progetto iniziato con i rossoneri a fine 2018 sia ancora quello vincente. Per questo non ha affatto gradito le sortite, dirette e indirette, dei rossoneri verso l’idea di una soluzione-stadio non più condivisa e oggi si trova di conseguenza in grandissima difficoltà a relazionarsi con il mondo Milan".
Entrambi i club vogliono lasciare il Meazza. Su indicazione di Gerry Cardinale, il Milan vuole proseguire da solo.
"Per i campioni d’Italia i 275 milioni prestati da Oaktree a Suning costituirebbero un punto di domanda troppo grande sulla proprietà nerazzurra che potrebbe zavorrare il progetto dello stadio in comproprietà al posto del Meazza. Ciò che oggi non è ancora chiaro è quanto davvero il Milan stia lavorando ai piani alternativi a San Siro. Le zone individuate per lo stadio rossonero sarebbero Sesto San Giovanni, San Donato, l’ippodromo La Maura non lontano dal Meazza, forse Rozzano. Tutte hanno un pregio evidente: sarebbe più facile tirare su uno stadio qui rispetto al cuore sportivo di Milano, San Siro, su terreni comunali".
Il problema resta quello relativo ai costi di un'eventuale operazione in solitaria: dividersi il budget di 600 milioni per la Cattedrale avrebbe facilitato la riuscita del progetto.
In casa Inter, invece, filtra una forte irritazione da parte della famiglia Zhang per come nelle ultime settimane il tema nuovo stadio di Milano sia stato affrontato in pubblico e sulla stampa dal Milan.
Oggi Milan e Inter sono vicine alla spaccatura:
"La richiesta di un incontro con RedBird per definire la strategia comune sulla Cattedrale è sempre stata elusa, ribadiscono da viale della Liberazione, una scortesia istituzionale che la famiglia Zhang – da 7 anni al timone dell’Inter – non si aspettava. Con il gruppo dirigente di Elliott i rapporti sono sempre stati molto buoni. Con il fondo di Cardinale entrato nel club a settembre (grazie anche ai 550 milioni di “vendor loan”, il prestito dello stesso Elliott) la situazione è completamente diversa. Anche negli ultimi lavori sul dossier Cattedrale, iniziati nelle prime settimane del 2023 all’indomani delle nuove richieste del Consiglio comunale di Milano, la partnership tra le milanesi sembra essersi arenata, e rischia di interrompersi. Per l’Inter i nomi dei possibili piani B del Milan stanno aumentando la confusione. Con Zhang che non è disposto ad aspettare all’infinito un eventuale passo ufficiale del Diavolo verso la separazione".
Per l'Inter restare a San Siro è ancora la priorità. Se con il Comune non si troverà l’accordo e RedBird alla fine sceglierà davvero di andare da soli, Suning farà la sua scelta alternativa.
"Escluso che l’Inter rimanga al Meazza, nemmeno in caso di importanti lavori di ammodernamento, anche i nerazzurri cercheranno un’altra zona dove costruire la nuova, ricca casa".
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