Il piano B dell’Inter. Nelle ultime ore è circolata la clamorosa indiscrezione sul nuovo stadio di Milano: Investcorp, infatti, starebbe pensando di costruire una nuova casa solo per il Milan, non più in comune. Nessuna reazione ufficiale da parte del club nerazzurro, che attende notizie ufficiali dall’altra sponda di Milano e intanto ragiona attentamente sulla situazione. Lo sottolinea oggi anche La Gazzetta dello Sport: “Ai piani alti di Viale della Liberazione, l’eventualità per ora è considerata remota, anzi l’idea è di accelerare ancora assieme al Milan secondo lo schema degli ultimi anni. Ma, qualunque cosa accada, l’Inter eviterebbe di farsi prendere in contropiede. Con una certezza di fondo: il club nerazzurro non resterebbe certo da solo col cerino in mano del vecchio San Siro. Non potrebbe sfruttare un impianto non di proprietà, da ristrutturare in autonomia, e con costi di gestione invariati rispetto al passato. A quel punto, la ricerca di uno stadio tutto nerazzurro sarebbe una conseguenza quasi naturale”, spiega la rosea.
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Nuovo stadio, Inter al bivio se il Milan vorrà un suo impianto: gli scenari
Il piano B dell’Inter. Cosa filtra da Viale della Liberazione dopo le indiscrezioni delle ultime ore sul nuovo stadio
Che poi entra nei dettagli della situazione: “L’Inter aspetta che i rumors sulla cessione del Diavolo diventino realtà per dare concretezza a eventuali piani B. Davanti a questo scenario in evoluzione filtra, però, ancora fiducia sulla possibilità di proseguire assieme al Milan, anche in base a considerazioni di natura finanziaria: il ritorno di uno stadio realizzato da entrambi i club permetterebbe di guadagnare in un orizzonte temporale molto più ristretto, 4-5 anni, rispetto a un progetto solitario, tutto da zero, con guadagni attesi solo dopo 10-12 anni”.
Un altro scenario è la ristrutturazione dell’attuale San Siro, ma solo se dovessero cambiare le condizioni economiche. Altrimenti l’Inter guarderebbe altrove, come sottolinea oggi la rosea: “[…] La ristrutturazione del vecchio San Siro, presto accantonata per i costi esorbitanti, potrebbe essere riconsiderata, ma con presupposti completamente diversi dal passato. Anche perché diventerebbe dirimente il costo della concessione di San Siro: al momento vige un contratto fino al 2031 secondo cui Milan e Inter dividono una spessa complessiva da dieci milioni l’anno. Impossibile che quello stesso canone venga pagato da una sola società e e sarebbe necessario trovare nuove, faticose intese. Tradotto: partirebbe la corsa a un altro impianto di proprietà, da costruire magari prima dei cugini visto il know how accumulato negli anni. Nella Milano che guarda all’insù, lì dove si faticava a costruirne uno, improvvisamente potrebbero nascere due stadi”, conclude La Gazzetta.
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