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Sette giorni prima lo aveva fatto annunciare dai giornalisti di fiducia: “Questa volta ribalto Calciopoli”. Dopo la ‘madre delle intercettazioni’ non era sembrata una grande minaccia. ‘E’ una telefonata che abbiamo scoperto nel cuore della notte che racconta che si cospirava contro la Juventus’, aveva anticipato Luciano Moggi. E ad un giorno dall’udienza al tribunale di Napoli la bomba è arrivata.
Siamo nel 2004. La Juve è prima in classifica, l’Inter è a meno quindici (certo non poteva contenderle lo scudetto) e c’è il derby d’Italia. Il designatore Bergamo (mica un interista) chiama l’arbitro Rodomonti e gli dice: ‘Mi aspetto che non sbagli nulla (meglio precisarlo eh.ndr). Ci sono quindici punti tra le due squadre se hai un dubbio pensa a chi sta dietro’.
Per la difesa di Moggi si tratta della prova inconfutabile secondo la quale c’era un piano contro la Juve e a favore dell’Inter (e la domanda è sempre uguale: cosa ha vinto l’Inter in quegli anni?). Per gli interisti invece è il semplice contentino da dare ai nerazzurri per non destare troppi 'sospetti'. La partita fa storia: rigore netto di Toldo su Camoranesi assegnato alla Juve, rigore netto di Camoranesi e Thuram (due falli in un’azione) su Adriano, negato all’Inter e gara chiusa sul 2 a 2.
Qualche giorno prima era arrivata anche la chiamata di Carraro al designatore: ‘Non fate errori a favore della Juventus, mi raccomando’. Ma perché mai un dirigente della Figc si preoccupa di dover precisare ‘non sbagliate a favore di qualcuno’ se quel qualcuno non è stato mai favorito?
Ecco cosa scrive a proposito della nuova intercettazione presentata in tribunale dalla difesa di Moggi, il giornalista del Guerin Sportivo Stefano Olivari: "Forse questa ennesima bomba Moggi se l’è tirata ancora una volta addosso. Speriamo che la prossima bomba faccia capire perché ‘favorire’ l’Inter significasse darle un rigore contro e negargliene un altro, nonostante i 15 punti di differenza. A proposito di bombe, aspettiamo sempre quelle svizzere".
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