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Onana: “Inter grandissimo club. Handanovic? Lo rispetto, ma io qui per giocare”

Marco Astori

Le parole del portiere nerazzurro: "I primi giorni sono andati bene, ho appreso molto. Sono molto contento di essere qui in questo club"

Andrè Onana, nuovo portiere dell'Inter, ha concesso un'intervista ai microfoni di DAZN per presentarsi. Queste le sue prime parole in nerazzurro: "I primi giorni sono andati bene, ho appreso molto. Sono molto contento di essere qui in questo club molto vicino ai giocatori. Tutto sta andando benissimo. Sono stato a Barcellona, ad Amsterdam: stando qui ho notato che ci sono cose diverse ma anche cose simili alla Spagna. Quella più diversa è l'allenamento dei portieri, qui mi sta piacendo parecchio. Qui si vede il calcio in modo diverso, c'è un'altra forma di pensiero e questo mi aiuterà molto.

L'Inter è un club grandissimo: dal momento in cui ho parlato con Ausilio fin da subito mi ha dato la sua parola e l'ha mantenuta. Il discorso che mi ha fatto mi ha toccato e sono stato molto contento. Conoscevo l'Inter già per Eto'o, ho parlato con lui e mi ha detto che questo è il club giusto per me, con ambizioni e che punta sempre a vincere: mi ha detto che sono un vincente ed è il club giusto per me.

I piedi sono importanti come le mani?

Non è sbagliato perché negli ultimi vent'anni è il ruolo che è cambiato di più: ora i portieri moderni si assumono più rischi, coi piedi e con le mani uscendo dalla zona di comfort. Ogni portiere è diverso, ogni club ha il suo modo di giocare e la sua storia e cerca  il portiere più adatto. Io credo di essere un portiere che si assume parecchi rischi, mi piace uscire e giocare coi piedi e vedendo come giocano i miei compagni credo di essere nel club giusto per imparare, crescere e migliorare anche come uomo. Noi portieri dobbiamo prendere delle decisioni: a volte sbagli, devi decidere se uscire o no, ma fa parte della crescita. La cosa più importante è riconoscere le situazioni: con la qualità che abbiamo davanti con Lautaro, Correa, è una fortuna poter contare su questi giocatori e se avrò l'opportunità proverò a giocare direttamente con loro.

Lo stop

Questi nove mesi sono stati difficili per me, la mia famiglia e chi mi conosce: parliamo di un ragazzo che non ha vizi e sta passando un momento difficile, però è stato il miglior regalo nella mia vita perché nei momenti difficili si apprende molto e io ho imparato tantissimo, rendendomi conto della difficoltà della vita e ho imparato che la vita o il calcio non è solo il campo, è tante cose anche fuori che non dipendono da noi e rimani solo e la gente cambia nei tuoi confronti, alcuni amici se ne vanno quando le cose non vanno bene. Quello che mi è successo è stato utile. E' la cosa migliore che mi è capitata, ho imparato tanto come uomo e ora riesco ad apprezzare di più chi mi è sempre stato vicino in tutti i momenti.

Lukaku

Ho iniziato come giocatore di movimento e ho cambiato ruolo perché mio fratello giocava in porta: non volevo essere portiere in quel momento perché ci vai quando non sei bravo. Però quando cresci ti rendi conto che è un ruolo che richiede molta responsabilità e questo mi piace. Lukaku è un grande giocatore, ha scritto la storia di questo club: ha fatto cose importanti per questa grande famiglia, è una persona meravigliosa, sono contento di condividere lo spogliatoio con lui. Ci siamo allenati in Sardegna, ma eravamo già insieme a Miami, ci siamo allenati anche lì ma non abbiamo potuto pubblicare niente perché non era ancora ufficiale il suo passaggio. Eravamo lì e aspettavamo che l'Inter lo ufficializzasse però ci allenavamo già insieme. In Sardegna abbiamo preparato la stagione sfidandoci a rigori e punizioni, ci siamo divertiti molto.

Handanovic

Handanovic è un grandissimo portiere, ha fatto tanto per questo club, è il capitano: io devo rispettarlo perché ha fatto molto. Ma sono venuto qui a giocare e rispettare le scelte dell'allenatore: alla fine decide lui e dobbiamo ascoltarlo. Se decide che è meglio iniziare con lui va bene, l'importante è che vinca il gruppo. Sono contento di essere arrivato in un gruppo sano: se dovrò stare in panchina, mi siederò tranquillamente facendo il tifo da lì. E' un campionato competitivo, ma la cosa più importante è concentrarsi su di noi e non guardare gli altri: se stiamo bene possiamo vincere, non penso agli avversari.

Gli amici

Sono amico di Ziyech e De Ligt, lui è un grande centrale. Però alla fine ognuno sceglie il suo percorso e se sapessi il loro futuro non potrei dirlo: siamo amici, auguro loro tanta fortuna. Con Ziyech abbiamo parlato del suo possibile arrivo al Milan, sarei contento per lui ma saremmo avversari e non potremmo essere gli amici di prima. Il numero di maglia? Perché sono nato il 2 aprile, nasce così il numero 24, mi piace moltissimo: era libero e l'ho chiesto. L'ho già indossata all'Ajax e spero di indossarla anche qui per molti anni", ha concluso.