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Lele Oriali, nuovo team manager della Nazionale, ha rilasciato un'intervista a "Il Giorno", in cui ha ammesso di aver sperato per mesi in una nuova chiamata dall'Inter, mai arrivata.
Buongiorno Lele Oriali. Aveva lasciato il calcio uscendo in silenzio dalla porta di servizio dell’Inter, adesso rientra dal cancello principale della Nazionale fra gli applausi. Per lei è una sorta di rivincita?
«No guardi, io sono uno che rimuove tutto, anche le cose spiacevoli, e guarda avanti. Anzi, le dirò: mi ha fatto molto piacere ricevere la telefonata di auguri di Massimo Moratti, al di là di come si era chiusa la mia avventura con i nerazzurri. Perché se sono qui è grazie anche all’esperienza positiva con l’Inter».
Sia sincero: durante le lunghe passeggiate in bici nella sua Desio ha mai sperato di poter tornare nel club in cui ha vissuto trent’anni?
«Certo, non lo nascondo. Anche da opinionista tv non smettevo di mandare segnali, per mesi ho atteso una telefonata da corso Vittorio Emanuele che non è mai arrivata, mentre al contrario mi hanno cercato altri club di serie A e da ultimo anche il Bari del mio amico Paparesta».
Quanto le è mancato il campo negli ultimi quattro anni, dalla magica notte del Bernabeu ad oggi?
«Tantissimo, non vi racconto favole. Perché vivere il quotidiano, l’attesa e la vigilia delle partite è un’altra cosa».
Lo diceva anche Ligabue: è dura la vita da mediano, non si vede ma è decisivo. Adesso in nazionale siete due, lei e Antonio Conte.
«Mi fa piacere che la Federazione e il Presidente Tavecchio mi abbiano scelto, con l’avallo dell’allenatore che io conoscevo solo per i “siparietti” televisivi dei dopopartita in cui gli facevo qualche domanda. Il fatto che il nuovo ct abbia appoggiato la decisione mi inorgoglisce e mi dà entusiasmo».
Da Mourinho a Conte per lei cambia poco, due allenatori vincenti con due personalità forti. Ma dopo aver marcato stretto Josè per lei sarà una passeggiata...
«Con Antonio abbiamo già parlato di Mourinho nelle nostre prime telefonate. Io però credo che in nazionale il ruolo del team manager fino a poco tempo fa ricoperto da Gigi Riva sia diverso da come lo si interpreta in un club, dove si vive a stretto contatto con la squadra e l’allenatore. Qui non ci sarà bisogno di “marcare” Conte, ma credo di poter mettere a disposizione tutta l’esperienza accumulata negli anni non solo al fianco di Josè ma prima ancora vicino a Lippi e Mancini, altri due allenatori di grande valore».
Saranno contenti anche i tifosi nerazzurri: finalmente un po’ di Inter in nazionale...
«Vero, ma non solo loro. Ho ricevuto tanti attestati di stima nelle ultime ore, da tifosi di tutte le squadre e dagli addetti ai lavori. Bene così, un po’ di nerazzurro con l’Italia anche perché per filosofia societaria l’Internazionale come ben sapete punta soprattutto su calciatori stranieri».
A proposito di giocatori: potrebbe presto ritrovare un certo Balotelli, che all’Inter ha conosciuto...
«Questo dipende dall’allenatore, Conte è stato chiaro ribadendo che le porte della nazionale sono aperte a tutti. Non so se è un bene che Mario sia tornato in Inghilterra, anche se mi pare di aver capito che l’affare abbia reso tutti felici. Però una cosa è certa: Mario è giovane, ha ancora margini di miglioramento, l’importante è parlarne il meno possibile...».
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