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Fcinter1908
A volte per riappacificarsi con la realtà che si racconta è necessario scrutarla da vicino. Senza filtri inutili. Come ad ogni vigilia di Champions League i giornalisti si radunano ad Appiano Gentile per catturare qualche immagine dell'allenamento. È un'occasione utile per tentare di capire quali giocatori hanno recuperato (Sensi ieri era regolarmente in gruppo) e quali invece sono ancora fuori dai giochi (Brozovic e Kolarov risultano ancora positivi al Covid). Ma è anche un momento per sbirciare nella vita dello spogliatoio, un momento per osservare da vicino alcune dinamiche. Per provare a contestualizzarle.
Da mesi ormai i riflettori sono puntati a tutta forza su Christian Eriksen. La sensazione che con Antonio Conte non sia mai nato il feeling nel quale speravano invece i tifosi, che lo hanno preso quasi subito sotto la loro ala protettiva, in aggiunta ai minuti - effettivamente pochi - che hanno permesso al centrocampista danese di mettersi in mostra. Pochi o comunque non sufficienti a risolvere quello che appare un vero e proprio enigma. O forse semplicemente un equivoco. Ancora da sbrogliare.
Ed è facile cercare di interpretare questa situazione affidandosi alle dichiarazioni di uno o dell'altro, alle impressioni che ne ebbe Mourinho, alla posizione piuttosto rigida di Conte (l'allenatore è lui e decide lui). Ieri, nella parte di allenamento visibile ai giornalisti, Eriksen è sembrato sereno. Uno tra i primi a pestare l'erba del campo, insieme a Stefano Sensi (segnali al mister?). E non c'è un problema - almeno in apparenza - tra Christian e il gruppo perché il danese scambia battute con tutti (soprattutto con Perisic e Barella), si allena concentrato e partecipa. Una radiografia forse non sufficiente ad emettere un giudizio definitivo sul suo percorso di integrazione, ma sicuramente più rassicurante delle mille parole che leggiamo ogni giorno.
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