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Un matrimonio destinato a compiersi. Rodrigo Palacio doveva arrivare all'Inter già con l'arrivo in panchina di Gasperini, ma è servito un anno in più perché l'argentino approdasse alla Pinetina. Li ha trovato Stramaccioni e compagni che lo hanno accolto benissimo. Molti hanno il suo stesso accento ("In nerazzurro ho trovato una famiglia argentina pronta ad accogliermi. Milito mi ha riempito di telefonate perché lo raggiungessi a Milano") e per lui è stato facile sentirsi a casa. L'attaccante nerazzurro ha concesso un'intervista a Laura Bandinelli, giornalista de La Stampa. Vi riportiamo cosa ha detto al quotidiano torinese.
RETROSCENA - "La prima volta che l'Inter mi ha contattato è stato un anno e mezzo fa. Ma Preziosi non voleva cedermi e io stavo bene al Genoa. Gli ultimi mesi lì però sono stati complicati, facevamo fatica a fare risultato, i tifosi erano arrabbiati e io volevo dare di più. C'è stata la storia delle maglie consegnate: era una situazione molto pesante, ad ogni sconfitta c'era una tensione, per fortuna siamo riusciti a salvarci. Poi è arrivata l'Inter e per me è cominciato un sogno, Genova è stata una bella palestra per capire il calcio italiano", dice.
LA STRAMAINTER - Ad Appiano Gentile ha trovato Strama: "Una persona intelligente che prepara benissimo le partite e con lui si è creato un buon rapporto. Quanto all'Inter mi ha colpito l'unità che c'è nello spogliatoio, lavoriamo e nessuno sa come. Il mister cura i particolari e abbiamo un patto: nessuno parla dei segreti nostri al di fuori", confessa Palacio.
PARACIO - In Coppa Italia ha giocato in porta dimostrando uno spirito di sacrificio fuori dal comune: "Si, ma non ci penso nemmeno a fare il portiere. Quando si è fatto male Castellazzi ho guardato i miei compagni per capire cosa stava succedendo. Strama voleva che andasse in porta uno tra me e Alvarez, ma Ricky mi ha detto, vai tu che sei più anziano. Quella parata mi costa ancora le prese in giro dei miei compagni. Io ricordo solo che avrò guardato milioni di volte il tabellone per capire a che minuto eravamo. Quindici minuti che non finivano più", racconta l'attaccante.
GOL E ASSIST - Mettere la palla in rete è il suo mestiere ("Quando ero più giovane mi piaceva di più servire i miei compagni, ora sento l'istinto ti tirare") e dietro alle sue spalle, pronto a servirlo c'è un certo Cassano: "Va benissimo con lui. Quando comincia a scherzare prende di mira Nagatomo". E potrebbe esserci anche Sneijder: "Una situazione difficile da decifrare. Posso dire che sono problemi che lui deve risolvere con la società".
LA JUVENTUS - Strama aveva espresso il desiderio di arrivare secondo dietro la Juve a fine 2012, il pareggio con il Genoa però ha fatto scivolare l'Inter al terzo posto a favore della Lazio che è a più uno: "Se possiamo ancora raggiungere i bianconeri? La classifica dice che sono più forti di noi, ma li abbiamo battuti nel loro stadio in una gara perfetta. E se vincessimo lo scudetto la Trenza la taglierei. Ma solo a metà...".
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