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Paolillo: “FPF? Gli sceicchi si inventano cose strane, così è ridicolo! Vi spiego…”

Francesco Parrone

Intervistato dal giornalista Giovanni Capuano per Radio 24, Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell’Inter e oggi consulente dell’ECA (associazione dei principali club europei), ha parlato del famigerato FairPlayFinanziario, e del...

Intervistato dal giornalista Giovanni Capuano per Radio 24, Ernesto Paolillo, ex amministratore delegato dell’Inter e oggi consulente dell’ECA (associazione dei principali club europei), ha parlato del famigerato FairPlayFinanziario, e del mercato invernale che sarà inevitabilmente legato al periodo di austherity dell'economia mondiale.

Dottor Paolillo, si stanno allineando tutti alle regole del fair play finanziario dell’Uefa?

“Il fair play vieta perdite superiori ai 45 milioni di euro in tre anni. Molti stanno già operando per mettersi in regola, vendendo giocatori per ridurre i costi. Poi ci sono gli sceicchi che si inventano cose strane: sponsorizzazioni, marchio dello stadio venduto a cifre folli allo stesso proprietario della squadra o finanziamenti di vario genere che portano al non rispetto di queste regole”

Il Psg ha stretto un accordo da 150-200 milioni di euro all’anno con l’Ente del Turismo del Qatar, cioè con gli stessi proprietari del club. E’ accettabile?“E’ inaccettabile. Ho lanciato una proposta su cui stanno lavorando i legali: prendere i valori medi di sponsorizzazioni, usarli come metro di paragone mettendo come tetto il massimo possibile anche aumentato di una percentuale”

Quindi è possibile che l’Uefa stessa ‘tagli’ d’ufficio questi faraonici accordi?

“Dovrebbero essere ridotti d’ufficio ma dobbiamo fare attenzione perché loro si sono inventati un meccanismo diabolico. La sponsorizzazione è fatta da un ente di stato ed equivale ad un aiuto di stato. Così viene presentato e bisogna scrivere una norma che possa proibirlo perché ad oggi non si può dire che un aiuto di stato non europeo non sia accettabile. Fosse di uno stato europeo interverrebbe Bruxelles. Così l’hanno studiata in modo molto accorto”

In più l’operazione del Psg è addirittura retroattiva con ricadute sul bilancio 2011-2012. L’Uefa ha poche settimane per agire…“Esattamente. Bisognerà fare in fretta e le strutture legali stanno già lavorando per affrontarla e capire come bloccarla altrimenti diventa una presa in giro e impossibile sanzionare squadre che non riescono a rispettare per pochi milioni i limiti imposti e poi si accetta, invece, che altri si salvino con coperture di questa entità. Si rischia di far diventare tutto ridicolo e né l’Uefa né l’Eca vogliono diventare ridicole”

Al Manchester City non è bastata nemmeno la partnership sospetta con l’Etihad Airways per evitare un rosso da 120 milioni di euro . Come potranno restare indenni dalle sanzioni nel 2014?“Si accorgeranno tutti che l’Uefa non scherza. Le dico un dato allarmante emerso da uno studio appena completato. Su un campione di società analizzate 4 sono risultate addirittura aventi un monte stipendi della parte sportiva pari al 190% dei ricavi complessivi. Ditemi se è una cosa accettabile o se significa un calcio sostenibile…”

Come si stanno comportando le italiane?“Si stanno riallineando e sono sulla giusta strada. Questo significherà una minore competitività rispetto ad altri club, però la strada è questa. Tenete presente che l’industria-calcio ha vissuto fino ad ora fuori da ogni ragionevolezza e non si voleva fare i conti con la crisi”

Servirà anche aver dimostrato di aver invertito la tendenza per evitare le sanzioni…“Si farà come in banca con i piani di rientro delle aziende indebitate. Verrà concesso magari più tempo ma il punto d’arrivo deve essere rispettato”

Intanto la legge sugli stadi è stata affossata a mezza giornata di lavoro dalla sua approvazione. Finita la legislatura e si riparte da capo…“Per mettere a posto i bilanci delle società gli stadi di proprietà sono indispensabili. Il modello è quello della Juventus e basta leggere i bilanci degli altri. Non c’è la volontà di approvarla e il calcio italiano ne pagherà le conseguenze”

E’ lo specchio della disattenzione della politica verso un’industria che versa un miliardo di euro in tasse allo Stato…“Non investire oggi nel calcio con stadi e infrastrutture vuol dire impoverirlo e non renderlo produttivo”