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Sei stato criticato in Francia, ma tutti gli allenatori del Bayern ti hanno fatto giocare.
"Questo mi rende fiero, se gioco è perché sono performante e gli allenatori mi danno fiducia. Questa è la cosa più importante, sono al servizio della squadra e se l'allenatore mi vuole fare giocare io vado in campo".
Coman ha dichiarato di non aver capito la tua scelta di lasciare il Bayern per l'Inter, club - per lui - un po' più in basso nella gerarchia europea.
"So che il Bayern mi ha dato tanto. È grazie a loro se sono il giocatore che sono adesso, anche grazie ai miei compagni francesi. Ma l'Inter è un club leggendario e l'anno scorso è stata finalista di Champions League".
Inoltre l'Inter ti ha sempre voluto per giocare come centrale. E in Italia imparerai ancora molto tatticamente. Questo ti è piaciuto...
"Per forza, l'Italia è il paese dei difensori. L'Inter ha avuto gente come Walter Samuel, Javier Zanetti, una leggenda del club che lavora ancora lì. Tutti credono in me, la società, i giocatori e l'allenatore. Questo si riflette sulle mie prestazioni, all'Inter sto davvero bene".
Hai ripreso il numero 28, quello dei tuoi esordi. Vuol dire nuovo inizio per te?
"Più che altro è il giorno del mio compleanno, il 28 marzo. Ho iniziato con quel numero al Lille, spero di fare ottime cose all'Inter con questo numero".
Giroud, Maignan, Theo Hernandez, Thuram: c'è tanta Francia a Milano. Questo ha influito sulla tua scelta?
"No, non proprio. È vero che Olivier e Theo mi hanno parlato dell'Italia, del calore dei tifosi, che amano il calcio. E onestamente non sono rimasto deluso: quando ho visto l'ambiente di San Siro ho capito che è qualcosa di eccezionale. Ho un piacere incredibile a giocare in questo stadio".
È impossibile vederti esterno all'Inter?
"Non ho ancora chiesto all'allenatore, però gioco in una difesa a tre. Ho comunque fatto già il quinto. Vedremo, però il mio posto è al centro".
In futuro in nazionale ti vedi centrale di difesa o esterno?
"Ho detto che sono a disposizione di Deschamps, se vorrà farmi giocare esterno giocherò lì. Non è un problema, per me è un onore rappresentare il mio Paese, cantare la Marseillaise. Darò tutto per restare più a lungo possibile con la Francia, per me è un sogno da bambino divenuto realtà. Adesso ho voglia di farlo durare".
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