copertina

PERCHE’, PERCHE’, PERCHE’?

E l’Inter cade ancora, lo fa alla sua maniera, quando i tempi dovrebbero essere maturi, quando le circostanze chiedono inesorabilmente di mostrare la carta d’identità. All’orizzonte l’Europa da raggiungere, non vicinissima, ma neanche...

Alessandro De Felice

E l’Inter cade ancora, lo fa alla sua maniera, quando i tempi dovrebbero essere maturi, quando le circostanze chiedono inesorabilmente di mostrare la carta d’identità. All’orizzonte l’Europa da raggiungere, non vicinissima, ma neanche così lontana da non poterla scorgere. Visione che potrebbe/dovrebbe essere sorgente di motivazioni. E invece no! Perché?Un problema d’atteggiamento, difetti di personalità. Mancanze e lacune tecniche, ma soprattutto di mentalità. Questioni che si evidenziano in campo ogni volta se ne presenti l’occasione e che, puntualmente, vengono occultate da eroiche interviste condite da promesse inopportune: “Possiamo raggiungere l’Europa; lotteremo per farlo; saranno tutte finali”. E poi? Il nulla! Perché?Non bastano le sconfitte a confondere le idee e a spegnerci la luce quando costretti ad intraprendere sentieri sconosciuti. La terra ci trema sotto i piedi perché anche quelli che sembravano assiomi divengono opinioni, tentativi, esperimenti. La qualità sulla quantità: un principio che ha fatto strada ovunque. Non all’Inter. Il nerazzurro centrifuga, sconvolge e disordina anche le certezze, così Gnoukouri e Kovacic, due che potrebbero vendere la qualità al kg, riposano in panchina, vedendo al loro posto Guarin e Medel sforzarsi per produrre continui danni. Perché?Errori che si ripetono, nascono spontanei, nonostante numerose esperienze pregresse indichino la strada. Non si impara, non si avanza. Attaccati al palo. Il Parma ce lo aveva spiegato bene: Juan terzino non è il caso, non quando giochi al Meazza contro una provinciale e devi disperatamente assaltare. “forse in partite così abbiamo bisogno di un esterno che sappia spingere di più” aveva affermato Roberto Mancini a margine della gara contro i ducali, salvo riproporre il brasiliano contro i clivensi. Perché? Tanti, troppi perché, a cui forse è inutile replicare.Confusi, spaesati e storditi. In piedi, quasi per scommessa, eppure non ancora stesi. Delusi, traditi, ma ancora innamorati e speranzosi, ormai per la prossima stagione. Perché?Questa volta sappiamo/sapete rispondere: perché ce lo siamo implicitamente giurati quando l’abbiamo scelta, quando abbiamo capito che era l’Inter quella giusta. E i nostri giuramenti hanno un peso.