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Inter, il piano è chiaro. Austerity? C’è una domanda. Scudetto? Nessuno come Conte: l’ingrediente…

Alessandro De Felice

L'analisi della Gazzetta dello Sport sui nerazzurri

L'Inter inaugura il 2021 in Serie A con il 'lunch match' delle 12:30 contro il Crotone. "Un handicap in più" scrive La Gazzetta dello Sport.

La Rosea presenta la sfida di San Siro e il piano dell'Inter per il sorpasso al Milan capolista: "Conte, laureato in motivazioni, sa come riaccendere la fame agonistica dei suoi che ha portato alle 7 vittorie di fila e come traghettarli dal Bambinello al Messias, travolgente nell’ultimo match contro lo Spezia. La larga vittoria dei calabresi e l’ultimo posto mollato al Toro aiutano Conte a intercettare il rischio della sottovalutazione. Stroppa sa giocare e, contro avversari dal buon palleggio di qualità, l’Inter ha sofferto spesso. Ma i nerazzurri non possono più sperperare. Il piano è chiaro: scatenare Lukaku e Lautaro, vincere, passare al comando e mettere pressione al Milan, come nel turno scorso, quando Theo Hernandez salvò il primato al 92’. Più in generale, l’Inter ha programmato l’assalto alla vetta nelle ultime 5 giornate dell’andata. Vero che alla 17a e alla 18a dovrà scalare due cime (Roma fuori, Juve a San Siro), ma il Milan dovrà ancora rammendare le sue assenze e il calendario della Signora è peggiore. La sicurezza tattica ritrovata nell’ortodossia del 3-5-2, la fisicità, la determinazione agonistica, la qualità d’organico e le settimane senza coppe fanno dell’Inter una candidata d’obbligo. Se non la favorita".

Intanto non arrivano buone notizie dal mercato, con Antonio Conte che deve fare i conti con la linea dell'austerity dettata dal presidente Steven Zhang. "Ma Antonio Conte non si tira indietro. Va avanti, the show must go on. E sì, deve continuare, possibilmente con la stessa andatura di prima. Velocità di crociera già alta - scrive La Gazzetta - Mica semplice, mentre la proprietà prova a far quadrare i conti, tra bond da rifinanziare e ricerca di nuovi partner per proseguire il viaggio. Ma soprattutto, è la linea dell’austerity e del taglio dei costi dettata da Steven Zhang ai dirigenti (e dunque allo stesso Conte) a far nascere qualche punto interrogativo. Inutile girarci intorno: la squadra saprà isolarsi?".

Conte, l'unico tra i tecnici di oggi in Serie A ad aver già vinto uno scudetto in panchina, sa che "allontanare il più possibile il gruppo squadra da distrazioni esterne è uno degli ingredienti del successo, forse uno dei principali. Conte si è già mosso in questa direzione, parlando con i suoi giocatori".

I nerazzurri sono chiamati a quattro test fondamentali per capire le reali ambizioni in campionato: "I risultati delle prossime partite a dare una prima risposta: Crotone oggi, poi la Sampdoria mercoledì, subito dopo due scontri diretti con Roma e Juventus, quattro esami buoni per orientare la bussola. Qui si capisce tutto. Perché l’Inter a Natale era arrivata lanciata da sette vittorie consecutive, lasciando dietro di sé a Verona la sensazione di aver trovato la quadratura, di aver capito di essere in grado di fare più cose, più tipi di partite, vincendo sempre".

L'Inter ha bisogno della media punti del suo allenatore: "Ecco, serve quella stessa Inter per tenere il passo del Milan. Anzi, meglio: per far sì che il Milan non tenga il passo di Conte. Perché nessuno corre come Antonio in Serie A. Nessuno ha la sua media punti in campionato, 2,24 a partita. Peraltro, media di fatto confermata nell’anno e mezzo alla guida dell’Inter, con un andamento da 2,20 ogni match. Così, non gli sta dietro nessuno. Per intendersi: non gli sta dietro neppure lo Stefano Pioli in salsa rossonera, che ha una velocità di crociera inferiore a Conte da quando si è seduto sull’altra panchina di Milano. Ad Antonio, allora, «basterà» confermarsi. Basterà far correre i suoi come è riuscito a fare sin qui. Detta così, sembra semplice. Ma non ci sarà il mercato a risolvergli qualche problema, come accaduto un anno fa con gli arrivi in corsa di Moses e Young a sistemare le cose. Di più: non è neppure detto che si trovi un amatore davvero interessato per Eriksen da qui a fine gennaio, giusto almeno per abbassare il monte ingaggi e anche il livello della polemica per tutte le volte che il danese non scende in campo".

L'obiettivo è chiaro e la parola scudetto non fa più paura: "Non dà più fastidio a sentirla pronunciare, posto che ormai è chiaro a tutti che bisognerà fare di necessità virtù, poggiandosi sull’impegno unico a settimana da febbraio in poi, ma essendo pure costretti a sperare che non si infortuni nessuno da qui in avanti, specie in alcuni ruoli cruciali (attacco su tutti). Il resto lo farà la velocità di crociare, che oggi racconta di una proiezione da 90 punti per Lukaku e compagni".