Bin Salman avrà diritto al trono in quanto figlio maggiore della terza moglie del padre Salman bin Abdulaziz al Saud. Niente e nessuno finora ha fermato la sua ascesa al potere, iniziata con la laurea in legge nel 2009, come evidenziato sempre da Libero: “Dopo la laurea alla King Saud University di Riad, Bin Salman diventa consigliere speciale del padre. Nel 2015 è nominato Ministro della Difesa e come atto d’ingresso inaugura una politica estera aggressiva in cui rientra “Decisive Storm”, l’operazione della coalizione araba per cancellare la milizia degli Houthi nello Yemen, gruppo armato sciita. L’obiettivo è liberare l’Arabia Saudita «dall’estremismo e del terrorismo senza fermare la crescita del Paese», secondo quanto dichiara il principe, ma il modo è considerato inaccettabile dal resto del mondo: un terzo degli attacchi aerei sauditi colpiscono obiettivi civili, inclusi ospedali e scuole, e i combattimenti provocano la morte di oltre 110mila persone. Così l’Arabia Saudita viene stata accusata di crimini di guerra.
copertina
Pif-Inter? Chi è Bin Salman: dal dipinto da 450 mln a politica e tante ombre
Bin Salman cerca di acquisire popolarità interna annunciando il ritorno dell’islam moderato come chiave per modernizzare il regno. Intanto lancia un’ampia campagna anti-corruzione, apparentemente per recuperare soldi dai guadagni illeciti, in realtà per epurare potenti principi e uomini d’affari arabi: così rimuove gli ultimi ostacoli per ottenere il controllo totale del regno. Il divieto per le donne al volante è terminato nel giugno 2018 in Arabia - l’ultimo paese al mondo in cui esisteva - e a Bin Salman è stato dato gran parte del merito. Nel 2016 può introdurre il piano di sviluppo “Vision 2030”: l’obiettivo è riformare il modello economico del Regno saudita, rendendolo indipendente dal petrolio entro il 2030 attraverso la diversificazione degli investimenti in altri settori. Quali? Naturalmente il turismo, supportato e promosso dalla rinnovata campagna “Visit Saudi” circolata negli scorsi mesi anche nella televisione italiana, la cultura, l’intrattenimento e lo sport, ovvero gli strumenti che offrono il cosiddetto “soft power”, la capacità di persuadere, convincere e attrarre popolazioni altrimenti ostili", si legge su Libero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA