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Pinamonti: “Mancio maestro, c’era il Milan ma sono interista. Come Milito? No, più…”

Riccardo Fusato

L’Alto Adige di Trento ha intervistato in esclusiva la nuova promessa del settore giovanile dell’Inter, Andrea Pinamonti che con la maglia dell’Inter Primavera,  ha trovato due gol nelle ultime due partite contro Milan e Udinese. Ecco le...

L’Alto Adige di Trento ha intervistato in esclusiva la nuova promessa del settore giovanile dell’Inter, Andrea Pinamonti che con la maglia dell’Inter Primavera,  ha trovato due gol nelle ultime due partite contro Milan e Udinese. Ecco le sue parole:

Cosa le ha detto Mancini quando l’ha chiamata ad allenarsi con la prima squadra?Nulla di particolare, ma mi è rimasto impresso quando il mister ha parlato di dover lavorare tanto, soprattutto per i più giovani della Primavera che c’erano quel giorno con i “grandi”. Per stare al passo di chi gioca in serie A e nelle coppe. E’ stato un allenamento fatto di tanti possessi. La velocità della prima squadra è un’altra cosa rispetto a quella delle giovanili, è chiaro che a stare con loro non si può che migliorare.L’Inter l’ha sempre avuta nel cuore. Sul suo profilo Facebook abbiamo visto pubblicate foto di Pinzolo e del Triplete ed ora lei fa parte di questa società…Ho sempre tifato Inter e mi sento interista fin da piccolo e io e il calcio siamo andati subito in sintonia. Già a 5 anni trattavo la palla ma ero troppo piccolo per entrare in un convitto. Così feci ad 8 anni un provino con l’Inter e da giovanissimo andai più vicino a casa, a Verona con il Chievo. A 14 anni il salto a Milano. Devo dire che mi sono trovato subito bene con gli allievi e mi sono dato da fare.Per essere il nuovo Milito?Penso di avere altre caratteristiche rispetto al centravanti forte e mobile come lo era lui. Magari mi paragono un po’ più a Balotelli e ad Ibrahimovic, Parlo di propensioni tecniche. So che la strada è ancora lunga e come ha detto Mancini è importante tenere a mente il lavoro di fondo. Il calcio non è solo una questione fisica ma anche di testa e continuo a dirlo in tutte le interviste e anche qui lo voglio ribadire: da giovani non bisogna montarsi la testa e non c’è motivo di fare il passo più lungo della gamba.Sono all’Inter e sono strafelice.Qualcuno del Milan quando era al Verona è venuto a visionarla?Qualcuno si era fatto vivo. So che il Milan mi stava seguendo da quando avevo 13 anni, ma il mio obiettivo era entrare all’Inter e ce l’ho fatta.Qual è il suo sogno?Esordire a S.Siro e spero proprio che un giorno accada. Voglio fare il calciatore e cosa c’è di più importante che fare parte di una prima squadra. Trovare gli spazi giusti sarà il mio prossimo obiettivo e Mancini la pensa come me”