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Pioli: grandi attestati di stima ma ora i bonus sono finiti. Conte il sogno, Simeone…

Riccardo Fusato

Risulta difficile credere ai continui attestati di stima della società nei confronti di un allenatore, Pioli, che va avanti perdendo una partita dopo l'altra

Risulta difficile credere ai continui attestati di stima della società nei confronti di un allenatore, Pioli, che va avanti perdendo una partita dopo l'altra. O meglio, la vicenda - come già sottolineato dopo la sconfitta di Firenze - pare quella che ha avuto come protagonista Andrea Stramaccioni, difeso da Massimo Moratti fino al giorno prima dell'esonero per manifesta mancanza di risultati. «Non ci facciamo distrarre dalle voci circolate all'esterno del club. Non esiste nessun fondamento di verità, perché la società sostiene al cento per cento il lavoro del nostro allenatore», aveva detto Jindong Zhang nel pre partita, parole a cui si è accodato Ausilio («Crediamo in Pioli, un mese di brutti risultati non può condizionare il lavoro precedente»), a cui però era stata aggiunta una postilla: «Tutti sappiamo che l'obiettivo è tornare in Europa League, a fine anno valuteremo come abbiamo chiuso la stagione, ma Pioli ha tutto per essere il nostro allenatore e oggi lo abbiamo ribadito: lui ha un contratto e la fiducia della società». Senza Europa, la posizione del tecnico (che oggi ha undici punti di distacco dalla Lazio e otto dall'Atalanta...) sarebbe comunque indifendibile, nonostante Pioli abbia conquistato la stima di Steven Zhang, figlio del patron, di stanza ormai abitualmente a Milano. Il finale della storia sarebbe scritto comunque nel caso in cui Antonio Conte (che ieri sull'argomento ha nicchiato con le solite frasi di circostanza) accettasse il corteggiamento nerazzurro. Altrimenti - come sanno ormai pure i sassi - l'alternativa è Simeone mentre il piano B porta a un allenatore che comunque conosca il nostro calcio per scongiurare il rischio di nuovi salti nel buio in stile De Boer.

(Tuttosport)