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“Prendo quello che ha preso lui grazie…”

Daniele Mari

La trasformazione di Marcelo Brozovic: da oggetto misterioso a padrone del centrocampo. Il pensiero di Daniele Mari

Ricordate la famosissima scena di Harry ti presento Sally, con una strepitosa Meg Ryan nella tavola calda che finge l'orgasmo al tavolo con Billy Crystal e la signora che conclude la scena con la famigrata frase "prendo quello che ha preso la signorina?". Ecco, è la prima cosa che mi viene in mente quando penso all'inopinata e incredibile trasformazione di Marcelo Brozovic da un mese a questa parte.

Che cosa è successo al centrocampista indolente, spesso svogliato, dotato sì di talento ma a volte veramente irritante per il continuo spreco dei mezzi che Madre Natura gli ha messo a disposizione? L'essere stato promosso a regista della squadra ed essere stato schierato, coraggiosamente, baluardo davanti alla difesa da Spalletti spiega solo in parte una trasformazione quasi miracolosa.

Lo stesso Spalletti, quando parla di Brozovic, sembra tra il compiaciuto e l'incredulo per un'evoluzione, diciamocelo, a questo punto della stagione davvero inaspettata. Brozovic regista arretrato sapeva di mossa della disperazione dopo l'infortunio di Borja Valero e il periodo di appannamento di Matias Vecino. Era l'11 febbraio 2018 (2018, non 2017) quando Spalletti parlava di lui in termini quasi disperati, come di un giocatore "che si autoesclude" con i suoi atteggiamenti, con l'applauso al pubblico di San Siro durante Inter-Bologna a segnare il momento più basso della sua carriera nerazzurra.

Brozovic ha toccato il fondo e sembra aver trovato inaspettata energia da questo momento di estrema difficoltà. Una sorta di settimo senso (gli appassionati di anime e di Cavaleri dello Zodiaco in particolar modo avranno colto il riferimento), quella forza interiore che ti spinge a tirar fuori tutte le energie raccolte nel tuo corpo. Brozovic ha vissuto un periodo durissimo in campo e fuori, con le vergognose fake news extracampo a tentare di buttarlo ulteriormente a terra. Invece no: stavolta il croato ha detto basta, con i piedi in campo e con le querele fuori dal rettangolo verde. Stavolta Brozovic, con l'aiuto dei compagni e di Spalletti, sembra voler lanciare il segnale giusto: il Meazza guarda incredulo e speranzoso perché un Brozovic così risolve tanti e tanti problemi all'Inter di oggi e di domani.

Il pubblico nerazzurro è spesso accusato di essere un ostacolo per la crescita serena dei giocatori, soprattutto giovani, e l'accusa non è certo inventata ma è anche altrettanto spesso pronto a ricoprire d'amore un giocatore che in campo dimostra qualità ma anche voglia, abnegazione e spirito di sacrificio. Tutto ciò che a Brozovic veniva imputato. Fino a un mese fa, fino all'incredibile trasformazione del brutto anatroccolo in cigno. Anche nel derby, Brozo ha unito quantità e qualità, senza risparmiarsi mai e strappando applausi a scena aperta, con i piedi raffinati ma anche con le rincorse generose. Su un Brozovic così si può pensare di costruire, di edificare un progetto di squadra futuribile: il derby era la prova del nove, una partita in cui il coefficiente di difficoltà era giusto per essere considerato probante per il nuovo regista forgiato da Spalletti. Brozo ha superato la prova, senza bisogno di essere Epic: pochi fronzoli, poche emoticon, tante giocate e tanta voglia di far parlare il campo. L'Inter sorride, Spalletti pure. Per un'invenzione che sarà anche stata fortunata ma che il tecnico ha tutto il merito di aver inseguito e perseguito con tenacia. Un'invenzione che può valere quanto una vittoria, se non di più.