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QUALCUNO FA FINTA DI NON CAPIRE, BERGAMO SCAGIONA MORATTI: “CHIAMAVANO SI, MA PER LAMENTARSI DEI TORTI SUBITI”

E’ francamente incredibile come si voglia a tutti i costi montare un caso assolutamente inesistente, da una serie di intercettazioni telefoniche che confermano ancora di più la lealtà e la buona fede di Massimo Moratti e di Giacinto...

Daniele Mari

E' francamente incredibile come si voglia a tutti i costi montare un caso assolutamente inesistente, da una serie di intercettazioni telefoniche che confermano ancora di più la lealtà e la buona fede di Massimo Moratti e di Giacinto Facchetti. E' lo stesso Paolo Bergamo, di fatto, a scagionare i dirigenti nerazzurri da qualsiasi fantascientifica ipotesi di illecito. Moratti e Facchetti chiamavano il designatore, secondo quanto dice lo stesso Bergamo, per lamentarsi dei torti subiti, e quindi non per alterare risultati in campo. Di conseguenza non solo non si configura alcun tipo di illecito, ma si conferma che in casa Inter c'era l'impressione che questo illecito potesse albergare altrove.

Ma si continua, per fortuna non ovunque, a parlare di Morattopoli, nuova Calciopoli e altri termini assurdi. C'è qualcuno, evidentemente, che, nella migliore delle ipotesi, fa finta di non capire. Ecco le parole di Bergamo:

"Le nuove intercettazioni finalmente mi danno ragione, è da quando sono cominciate le indagini che ripetevo le stesse cose. Il regolamento non lo vietava, ragione per la quale io parlavo con i dirigenti di tutte le società di calcio. Loro mi chiamavano per lamentarsi, ero un po' la loro valvola di sfogo. Nel periodo nel quale il mio telefono è stato sotto controllo parlai più assiduamente con l'Inter, che era molto scontenta dei risultati ottenuti. In quel girone d'andata aveva ottenuto troppi pareggi ed erano convinti che qualcuno di questi dipendesse dal fatto che gli arbitri potessero avercela con loro. Facchetti era preoccupato per la squadra, ma io gli dicevo che gli errori erano dei suoi giocatori, non delle giacchette nere".