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Rafinha e Karamoh, il nuovo che avanza: l’Inter svolta e trova qualità e freschezza

Il centrocampista brasiliano e il talento francese protagonisti nel successo di ieri pomeriggio sul Bologna

Fabio Alampi

Sarà anche che in questo momento dai suoi centrocampisti Spalletti riesce a spremerne poca, ma la qualità di Rafinha è tutta lì da vedere. E nella staffetta con Brozovic c'è la fotografia di un'Inter che schifa le vie di mezzo. Fuori il croato ciondolante beccato dal pubblico, dentro il brasiliano felpato osannato come nuovo messia. Sarà un caso, ma tempo 5 minuti l'Inter ha svoltato proprio grazie all'ex Barça e a Karamoh. I due invocati da Massimo Moratti per dare la scossa a una squadra accartocciata su se stessa. Il tocco di prima a innescare il francese per la rete del 2-1 viene replicato dopo 3' con un guizzo da pantera e palla a mandare di nuovo in porta l'ex Caen, ipnotizzato da Mirante. Passano altri 2' e una mossa felina di Rafinha costringe Mbaye all'entrataccia che lascia il Bologna in 10. Di fatto l'ultimo arrivato in una manciata di minuti ha squarciato in due il match come una tela di Lucio Fontana. Ma più dei singoli episodi, a colpire è la sensazione che il ragazzo di San Paolo che giusto oggi compie 25 anni possa illuminare quella zona chiave a ridosso dell'area avversaria dove l'Inter stentava anche quando piovevano vittorie. Ed è come se ieri Spalletti avesse consegnato nei piedi di Rafinha la svolta «centrista» nel giorno in cui le ali in difficoltà sono finite una in panchina (Candreva) e l'altra a fare l'interno (Perisic). Perché il ragazzo con quel mancino fatato taglia e cuce solo palloni d'alta sartoria, vede la giocata con quell'anticipo che fa la differenza tra un buon giocatore e un campione, salta l'uomo con facilità e soprattutto verticalizza (e bene) appena può. Ieri poi ci ha messo anche la grinta che non ti aspetti - vedi doppio tackle consecutivo e braccia mulinate a gasare San Siro - e anche una sensibilità da... medico. «Perché ho tolto Karamoh e non Perisic che aveva problemi alla spalla - racconta infatti Spalletti -? Yann aveva subito un lieve indurimento, all'inizio mi ha detto che stava bene ma poi Rafinha mi ha fatto cenno che c'era qualche problema col francese». Cui poi ha dedicato la foto sui social, con la dedica: «Grande sforzo. Nessuno ha detto che è facile. Felicitazioni fratello». Ancora più importanti le opzioni tattiche che si aprono grazie alla duttilità di Rafinha. Che va a nozze da trequartista ma ieri si è mosso pure a destra e può ricoprire qualsiasi ruolo dalla metà campo in su. «Lui ha grandissima qualità - spiega Spalletti -, è un centrocampista offensivo o una punta. Certo, per ora non ha la corsa per le scorribande sulla fascia e non gli si può chiedere di inseguire un avversario fino alla propria area. Non ha ancora i 90' nelle gambe e la sua situazione va monitorata. Gestendo anche gli allenamenti perché ogni tanto gli si gonfia ancora il ginocchio che l'ha costretto ad un anno di stop». Ora torneranno i dibattiti sulla possibile titolarità di Rafinha già dalla prossima sfida, sabato sera a Marassi contro il Genoa. Quando però ti bastano 10 minuti per strapazzare una partita forse puoi anche permetterti di prendertela con calma.

(La Gazzetta dello Sport)

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