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Rolando: “Ecco la promessa di Mazzarri, ho imparato da una persona. Palacio e Handa…

Alessandro De Felice

“Mi piace perché è eclettico. Nella difesa a tre sa giocare ovunque. Legge bene le situazioni, calcia a testa alta e sa far gol.” Questo dice di lui Walter Mazzarri” Oggi Rolando si racconta a Sport Week, l’inserto in edicola...

"Mi piace perché è eclettico. Nella difesa a tre sa giocare ovunque. Legge bene le situazioni, calcia a testa alta e sa far gol.” Questo dice di lui Walter Mazzarri"

Oggi Rolando si racconta a Sport Week, l'inserto in edicola con la Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole:

"Perché sono andato al Napoli? Mi sono trasferito in Italia perché al Porto non vedevo il campo da sei mesi, in quell’arco di tempo ho visto il campo per appena cinque minuti. A quel punto ho dovuto rifare la preparazione e la stagione se n’è andata. Per fortuna a Mazzarri è bastato vdermi poco, lui mi disse che avevo delle qualità da calciatore e da uomo. Mi promise che mi avrebbe portato con se e così è stato.

Lo stesso Rolando spiega come mai adesso le sue prestazioni siano nettamente migliorate e parla anche della sua vita privata:

Ho imparato l’italiano e questo mi aiuta ad integrarmi meglio, capisco tutto e non ho imparato facendo corsi, ma ascoltando i discorsi per strada e quelli dei miei compagni di squadra. Ho tre figli: Raffaella, Rhyan e Rafael. Ho preferito abitare ad Appiano, a cinque minuti dai campi d’allenamento. Quando ci sono belle giornate è bellissimo, manca solo il mare. Io vengo da un posto piccolo, ci conosciamo quasi tutti e quel posto mi ha insegnato la generosità. Non guardiamo i soldi di una persona, ma i sentimenti che l’accompagnano. C’è una differenza tra il nostro stile divite e il vostro: li si lavora per vivere, qui si vive per lavorare.”

"Da chi ho imparato la pazienza e la calma che dimostro in campo? Da mio nonno  pescatore. Lui andava in mare per giorni, mi piaceva guardarlo rimanere in silenzio in attesa che il pesce abboccasse. Quella è una grande lezione di vita."

Rolando racconta anche che il calcio non è l'unico sport che lo appassiona: "da piccolino giocavo a basket e poi ho smesso perché mi raccontarono una bugia. Mi dissero: vieni a giocare nella nostra squadra, vedrai che conquisterai subito un posto. Andai e non mi fecero giocare, mi dissero che prima avrei avuto bisogno di tempo per adattarmi. A quel punto me ne sono andato, non accetto le bugie, avrebbero dovuto dirmelo prima. Adesso guardo l’NBA e gioco ad Appiano con Handanovic e Palacio, loro sono bravini."

"Il calcio mi ha dato tanto e mi ha tolto qualcosa." ContinuaRolando,  "mi ha tolto l’essere figlio della mia terra, ho perso uno stile di vita più rilassato e semplice. Quante volte vado in discoteca? Zero. Per quanto riguarda l’auto, invece, ho la mia che mi sono portato dal Portogallo e quella aziendale dell’Inter. A Capo Verde giro in ciabatte e pantaloncini, qui è mia moglie che mi compra qualcosa di elegante. Cosa farò quando smetterò di giocare a calcio? Tornerò a casa a guardare il mare.