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"L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2023 era pari a 448 milioni, contro i 437 dell’Inter. Ma c’è un ma. Di quei 448 milioni, ben 318 erano prestiti dello stesso azionista, destinati all’aumento di capitale da 520 milioni da fare entro dicembre. Tolti quelli, l’indebitamento finanziario “vero” è sceso a circa 130 milioni, dopo che Friedkin ha contributo a rimborsare parte del bond precedente. Analogamente, i 437 interisti devono intendersi, nella sostanza, attorno ai 310 milioni, tanto più che a settembre Zhang ha convertito in equity 76 dei 129 milioni di finanziamenti. Resta il fatto che l’esposizione verso terzi dell’Inter è oltre il doppio di quella della Roma. Le cose cambiano se si passa al lato gestionale. I dirigenti nerazzurri hanno saputo coniugare risultati e sostenibilità. E sono più avanti dei colleghi giallorossi, come dimostra la dinamica tra ricavi e costi, al netto del player trading: al 30 giugno l’Inter era a -66, la Roma a -116. È vero che gli stipendi dell’Inter sono più alti di quelli della Roma: 227 a 173 le spese per il personale nel 2022-23, con una proiezione per quest’anno che tende a un avvicinamento. Ma i ricavi nerazzurri, nella stagione della finale Champions, sono stati il 75% in più di quelli giallorossi, 386 contro 221. Entrambi i club sono ancora in perdita", aggiunge Gazzetta.
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