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Lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport dal Sindaco di Milano Beppe Sala in vista del derby: per lui, cuore nerazzurro come tanti altri, è una sfida dal sapore speciale:
«Mio padre soffriva smodatamente per la Grande Inter, io avevo 6 anni: papà non andava in aereo ma vinceva questa paura solo per l’Inter. Era una cosa che mi straniva. Ma se faceva così, allora l’Inter doveva essere importantissima».
Sindaco Sala, sarà in tribuna a San Siro per la partitissima?
«Io il derby lo soffro. Da quando sono sindaco non vado a vederlo al Meazza. Allo stadio non riesco a stare tranquillo... e questo non va bene. Lo vedrò con amici, faccio parte del club degli Inter-nati creato dall’architetto Boeri: le partite le vediamo spesso a casa di uno o dell’altro. A me tocca Inter-Barcellona, poi dovevo andare con gli altri a Londra per il Tottenham, ma saremo a Tokyo a presentare la candidatura di Milano-Cortina 2026...».
Stavolta chi vince?
«L’altro giorno andavo con il governatore Fontana a Roma e abbiamo visto Maroni, anche lui milanista: mi hanno detto “vince l’Inter 2-0”. Io dico 2-2: sarà un derby con tanti gol. Se ci sono Icardi e Higuain, si segna pure contro le difese forti».
Come vede l’Inter quest’anno?
«Lo strapotere juventino ha ammazzato le speranze di tutti. D’altronde, se tieni fuori Dybala di che cosa parliamo? L’Inter che si è presa la Champions all’ultima giornata è arrivata con i titolari non così inferiori a Roma e Napoli. Ma erano solamente 11, quest’anno invece la panchina è molto forte».
Come voleva Spalletti.
«A me Luciano piace. Tanti interisti non hanno sostituito nel loro cuore Mourinho: José sembrava nato interista, un vero mito. Spalletti deve fare ancora un certo percorso dentro i cuori dei tifosi, ma con il materiale che ha avuto non ha fatto un brutto lavoro. La sfida con Gattuso sarà interessante. Lui mi è simpatico, per il Milan attuale è una presenza solida».
Icardi le piace?
«La discussione su Mauro che segna e basta è oziosa. È vero che tutti sognano un attaccante che fa molto gioco, ma spesso giocatori così non segnano. Per me uno che sta sempre sopra i 20 gol a stagione non si può discutere. Forse viene criticato perché è capitano. Umanamente per me si comporta da capitano: non è quello che prende le redini della squadra, ma viene caricato di responsabilità anche eccessive. Io credo che la sua prova di maturità sarà continuare a segnare e far crescere Lautaro. Si è capito subito che ha qualità: Gabigol andava bene per palleggiare in cortile, Lautaro ha caratteristiche per diventare fortissimo».
Quale giocatore toglierebbe al Milan?
«Ho un debole per Bonaventura. E prenderei anche Higuain, ma solamente per non farlo giocare con loro...».
Il suo nerazzurro preferito?
«Se penso agli ultimi 10-15 anni dico Stankovic. Stupidamente a 60 anni mi ostino a giocare ancora a calcio 5, e indosso sempre la maglia numero 5... La stessa di Dejan: lui è un personaggio da tanti punti di vista. Se penso al passato, il mio idolo era Rummenigge: un giocatore che faceva sognare».
Dal campo alla dirigenza: di Mister Li non si era mai fidato.
«Ora sono tranquillo. Milan e Inter sono fondamentali per la nostra città. Conosco Scaroni da molti anni e ci siamo detti che quando Singer verrà a Milano lo porterà a Palazzo Marino. I milanisti mi davano dell’interista sui social per le mie critiche: era sotto gli occhi di tutti che Li non poteva essere il proprietario di uno dei club più vincenti del mondo. Il console cinese non lo conosceva nemmeno: sapevo di cosa parlavo».
Suning sta lavorando bene?
«Sì, l’unico dubbio è che essendo una società inserita nell’apparato cinese ci possono essere nuovi vincoli negli investimenti. Zhang senior l’ho incontrato un paio di volte, è quadrato e serio: ho apprezzato quando pensava di lasciare il figlio Steven a Milano e mi chiese cosa ne pensassi. Lui presidente sarebbe una buona soluzione. E mi piacerebbe vedere in società Marotta. Lo seguivo con attenzione già alla Samp: dividerebbe i tifosi, ma lo vorrei».
Le due dirigenze si sono riavvicinate sul tema San Siro.
«La soluzione San Siro ha valore evocativo. Sono felice che si guardi a questa ipotesi, stare insieme è possibile. Oggi uno stadio migliore del Meazza costa 400 milioni, ma poi i tifosi sono quelli che si arrabbiano perché fai lo stadio e non il mercato. Il mio mandato è “ragioniamoci sino in fondo”».
Quanto vale la Champions ritrovata per Milano?
«Il ritorno dell’Inter è importante, con il Milan rivedremo la gloria del passato. Spero che entrambe ci vadano. Da sindaco sarebbe tantissima roba».
Di Silvio Berlusconi al Monza che cosa pensa?
«Non mi sembra una grande idea, non la capisco. Ha la casa ad Arcore, ma Berlusconi è milanese, Però, come si dice... contento lui, contenti tutti».
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