Roberto Samaden, ospite negli studi di Sky Sport 24, ha parlato della vittoria della Viareggio Cup, del settore giovanile nerazzurro e anche dell'affermazione di Sacchi.
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Samaden: “265 giovani, 15 da federazioni straniere. Puscas e Bona? Con Mancio…”
Roberto Samaden, ospite negli studi di Sky Sport 24, ha parlato della vittoria della Viareggio Cup, del settore giovanile nerazzurro e anche dell’affermazione di Sacchi. Queste le parole del responsabile del settore giovanile: -Cosa...
Queste le parole del responsabile del settore giovanile:
-Cosa rappresenta aver vinto il Viareggio?
Il Torneo è una grandissima tradizione, nonostante non sempre giocato in condizioni ideali. Penso all'abbinamento di valori tecnici e di gruppo, il merito è dell'allenatore e dello staff e anche di tutti gli allenatori che hanno cresciuto questi ragazzi. Ieri in campo 5 giocatori su 11 che hanno giocato 10 anni nel nostro settore giovanile. E' un buon modo questo per dimostrare il lavoro del nostro settore giovanile. Abbiamo dato dimostrazione in questo torneo giocando su campi belli, brutti, con pioggia, al vento. E' il completamento di un lavoro che parte dalla base.
-Bonazzoli ha ottenuto successi anche personali, miglior giocatore del torneo...
Quando parlo di lavoro giusto negli anni, parlo di lui. Federico dopo presenze in prima squadra, esordi, è sceso in Primavera con l'atteggiamento giusto, è sceso con l'atteggiamento di chi saliva da una categoria inferiore, è merito di un lavoro che parte da lontano.
-Segreti del vostro lavoro?
I meriti partono da lontano, da un gruppo di lavoro costruito agli inizi degli anni 2000, voluto da Moratti, portato avanti da Ausilio, Baresi, anche da me, gruppo che vede persone lavorare con passione e dedizione. Vogliamo che questi ragazzi crescano. Abbiamo 265 giovani, solo 15 provengono da federazioni straniere, lavoriamo sul territorio italiano, lombardo, milanese, poi rifinito dallo scouting all'estero. Siamo nel 2015 e non possiamo far finta che non esista l'Europa e il resto del mondo. Questo è un lavoro che poi porta a formare gruppi come il nostro. A Viareggio avevamo 8 giocatori che hanno vestito la maglia dei pulcini (8-9 anni).
-Sacchi ha detto che ci sono troppi stranieri. Cosa pensi?
Non è questo il problema del calcio italiano, ci si preoccupa della punta dell'iceberg, con dati infinitesimanli e in linea con tutti i club europei che fanno scouting a 360 gradi. Quindi non vedo perché vergognarsi per aver preso Puscas ad esempio o ragazzi che dai 16 anni possono essere presi dai paesi comunitari o dopo i 18 anni da paesi extracomunitari. Il problema non è questo, credo che Sacchi non abbia voluto esprimere questo e non abbia fatto un'affermazione rivolta ai giocatori di colore, ma comunque non credo che il problema del calcio è dato dalla presenza di stranieri in campionato Primavera. Avevamo sette ragazzi in Under 21 a novembre, non sono stati certo Mbaye, Duncan, Livaja o altri a impedire loro di arrivare lì. I problemi del calcio italiano giovanile vanno risolti dalla base, come hanno fatto in Germania, che si sono preoccupati di promuovere il calcio nelle scuole, non pensando al numero di ragazzi stranieri. Non sono d'accordo e sono sicuro che Sacchi non abbia voluto intendere quello.
-Cosa pensi di Puscas?
Ritengo che abbia buone possibilità, come Bonazzoli, di diventare giocatire di livello. E' nelle mani giuste, Mancini è il top per un giovane, per esprienza da giocatore e allenatore, per trovare i tempi giusti per permettere a questi giovani di crescere, esplodere ed esprimersi nella maniera giusta. Lui e Bonazzoli sono giovani di primo livello.
-Mancini ha sempre valorizzato i giovani...
Ci dà grande stimolo, non è cosa comune il fatto che ieri fosse presente: ha anticipato l'allenamento, poi è partito per Pisa, ha voluto festeggiare con i ragazzi. Il presidente ci è sempre stato vicino, anche Moratti che ci ha fatto i complimenti al termine della partita. L'attenzione di Mancini ci dà grandissimi stimoli per continuare a crescere ragazzi fin dalla giovane età.
-Settore giovanile?
E' un lavoro di medio-lungo periodo. Io sono qui da 25 anni. Ho avuto la fortuna di avere intorno persone che da tanti anni sono all'Inter e danno continuità ad un lavoro, i frutti arrivano dopo, bisogna avere pazienza, accettare anche momenti in cui le cose non vanno per il verso giusto. Il numero di giocatori prodotti e i trofei ottenuti testimoniano un lavoro veramente importanti. Da noi sono cresciuti tanti giovani, come anche al Parma, alla Roma, all'Atalanta. Tanti sono i settori giovani che in Italia hanno valore.
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