Hai parlato con alcuni dei tuoi ex allenatori per chiedere consigli?"No, tutto è avvenuto così in fretta che non ho avuto il tempo di farlo, ma mi piacerebbe. Trovo molto interessante la visione di Sampaoli, sente le partite come Bielsa. Mi piacerebbe parlare con Ancelotti e Bielsa, con Bianchi, Mourinho e Capello, e anche con ex compagni di squadra come Pochettino, il Cholo, Gallardo, Guillermo..."
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Samuel: “Milito mi voleva al Racing. Pioli? Gli chiesi subito una cosa. In futuro…”
E' difficile immaginarti come allenatore, sei sempre stato abbastanza tranquillo..."Me lo hanno detto in molti, per questo mi piace tutto questo, lo prendo come una sfida. So che sono timido e riservato, ma allo stesso tempo non voglio perdere occasioni, quindi ho deciso di mettermi in discussione. Voglio provare, se dovessi continuare a non sentirmi a mio agio mi metterò a cercare altro, ma credo di potercela fare".
La Roma prima del 2001 non vinceva da 18 anni, adesso ne sono passati quasi altri 18 e non ha più rivinto..."Non credo di aver dato molto peso a quella vittoria, ero giovane e da giovane non si dà la giusta importanza alle cose, pensavo solo a tornare in Argentina prima possibile. Ricordo che vincemmo, festeggiammo, e il giorno dopo tornai subito a casa.. Con l'Inter è stato diverso, ho cominciato a dare il giusto peso a tutto."
L'esperienza al Real Madrid - "L'unica in cui non ho reso? E' vero. Sono molto critico con me stesso, lo penso anche io. Forse non ero un giocatore da Real Madrid, ma un difensore da campionato italiano o inglese. In ogni caso, si fosse presentata una situazione simile avrei ripreso la stessa decisione perché il Real è un club incredibile, mi sarebbe piaciuto rimanere più a lungo e mostrare quello che valevo. Non è stato facile: il Madrid attaccava con tanti attaccanti, ma non mi piace prendere scuse. Il fatto è che non ho mostrato quello che sentivo di valere. Sembravo tranquillo, ma mi scaldavo quando prendevo gol. Ho cercato di risolvere allenandomi di più, ma questo non si è riflesso sul campo."
Alla fine (quelli del Real Madrid) ti hanno fatto un favore perché ti hanno aperto la porta dell'Inter e lì sei rimasto per 9 anni..."L'Inter mi ha aperto una bella porta, ma un po' di rammarico rimane. Non mi posso lamentare: ho vissuto un anno molto intenso (al Real) in un club impressionante… Ho giocato 35 partite, ho giocato in Champions, ho giocato sempre, però purtroppo le cose non sono andate. Quando ti danno un’etichetta è difficile che tu riesca a toglierla. Ti segnano e se anche giochi bene una partita, per tutti hai giocato male. Questo è quello che è successo”.
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