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San Siro, finalmente il progetto Webuild: capienza a 70.500, pronto nel 2029. Boom posti premium

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Ecco dati e tempi del restyling di San Siro nel progetto che WeBuild ha fornito a Inter e Milan e al Comune. Si tratta di 280 pagine di un ampio studio di fattibilità
Marco Astori Redattore 

E' ancora incerto il futuro dello stadio di Milano: WeBuild ha infatti messo a punto un dettagliato piano per ristrutturare San Siro, che, in questo caso, resterebbe quindi ancora la casa sportiva di Inter e Milan. Ecco tutti i dettagli del progetto raccontati da Repubblica, che ha potuto visionare nel dettaglio il piano per il rifacimento dell'impianto: "Millequattrocentosessanta giorni, ossia quattro anni di lavori, e poi la consegna alle squadre. Prevista – se tutto andrà secondo i piani – per gennaio del 2029. Ecco dati e tempi del restyling di San Siro nel progetto che WeBuild ha fornito a Inter e Milan e al Comune. Si tratta di 280 pagine di un ampio studio di fattibilità. La prima novità riguarda appunto la durata dei lavori di ristrutturazione: non tre anni, come si è detto finora, ma uno in più.

San Siro, finalmente il progetto Webuild: capienza a 70.500, pronto nel 2029. Boom posti premium- immagine 2

Se i lavori inizieranno a gennaio 2025 — questa la previsione fatta da WeBuild nelle sue slide che portrebbero peccare d’ottimismo — l’impianto completamente rinnovato verrebbe consegnato nel gennaio 2029. In quei quattro anni si lavorerà in modo continuo passando da una zona all’altra, confinando l’area dei lavori e rendendola “compatibile” con il funzionamento dello stadio e ovviamente con tutti gli impegni in campo delle due squadre. In particolare, il cantiere mobile procederà a distruggere e ricostruire il primo anello un settore dopo l’altro usando anche strutture prefabbricate che renderanno più rapida la messa in opera. Una volta finito il cantiere, il settore sarà di nuovo aperto al pubblico. Questa procedura di restyling a fette “ salva” la stagione, anzi le quattro stagioni, di campionato di Inter e Milan, adempiendo quindi alla condizione che le squadre avevano posto fin dall’inizio. Ma a pagare il prezzo della ristrutturazione — sempre secondo lo studio presentato da WeBuild — saranno altri abituali occupanti dello stadio, specie durante l’estate. Niente concerti.


Unica e comprensibile eccezione alla regola sarà la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali, già fissata al Meazza il 6 febbraio 2026. Il cantiere si fermerà due mesi prima dell’evento per consentire all’impianto di rifarsi il trucco per apparire al meglio in mondovisione. E - prosegue il quotidiano -, a proposito di prezzo, il costo complessivo della ristrutturazione non è quantificato nel documento, ma le stime più accreditate parlano di una cifra attorno ai 350 milioni di euro. Se questo è l’iter dei lavori, come sarà il nuovo Meazza che dovremo vedere dal 2029? Intanto la capienza totale sarà di 70.500 posti, rispetto agli attuali 75.800. Ma soprattutto cambierà il mix di posti: tra le 19.500 poltroncine del primo anello 13.400 saranno posti “ premium” ( contro i 2.900 odierni), quelli più redditizi per le squadre che staccano il biglietto, e 1.100 persone potranno accedere agli “sky box”, i salottini con tutti i servizi e vista privilegiata sul campo che vengono usualmente affittati dalle aziende e rappresentano un vero giacimento economico per le squadre.

Al secondo anello — quello per cui dovrebbe scattare la tutela della Sovrintendenza nel 2025 — si troveranno 31.500 persone, mentre al terzo ci sarà spazio per altre 19.500. Il conto dei posti “norma-li”, intesi come non premium, è così di 56 mila, circa 5 mila meno di quelli che oggi si possono permettere i comuni mortali. Al capitolo “servizi”, invece, il piano di fattibilità parla di un ampliamento del parcheggio sotterraneo e di un aumento del numero di accessi e di posti per le persone disabili. In più, come noto, dietro l’attuale Gate 8 e collegato direttamente ai tre anelli dello stadio, ci sarà un edificio di circa 8 mila metri quadri su tre livelli che ospiterà i musei delle due squadre, i loro negozi, gli uffici e un ristorante.

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Le carte sono queste. Carte che le due squadre stanno analizzando con interesse, anche se ogni loro dichiarazione sul tema è accompagnata dal corollario che ciascuna procede sul proprio progetto: San Donato per il Milan e Rozzano per l’Inter. A decidere dovranno essere le proprietà, entrambe statunitensi e proprio il rapporto tra costi e introiti sarà decisivo. Il sindaco Beppe Sala, intanto spera in silenzio che l’operazione vada in porto. E per ora — lo ha detto due giorni fa — prevede che una risposta dai club arriverà tra due o tre mesi. L’ennesimo tempo supplementare, chissà se anche l’ultimo, nella partita infinita che si gioca attorno a San Siro", conclude Repubblica.

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