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Sanchez, Calhanoglu, Dumfries: i 3 capolavori di Inzaghi. Nuove armi per l’Inter

Fabio Alampi

Il bilancio dei primi 6 mesi del tecnico nerazzurro sulla panchina interista è super: la sua mano c'è e si vede

Prima in campionato, qualificata agli ottavi di finale, una Supercoppa Italiana vinta e in semifinale di Coppa Italia: il bilancio dei primi 6 mesi di Simone Inzaghi sulla panchina dell'Inter è decisamente positivo, e tutt'altro che banale. Secondo La Gazzetta dello Sport la mano del tecnico c'è, e si vede soprattutto su 3 elementi: "Anche un architetto si compiace. Pure se il lavoro non è finito. Pure se siamo a metà dell'opera, magari giusto un pezzetto più avanti. Ma sì, la casa Inter sta venendo su bene e all'orgoglio, Simone Inzaghi aggiunge pure una buona dose di tranquillità. Non lo si è mai fino in fondo, figurarsi prima di un big match come quello di domani a Napoli. Ma sono le risposte individuali che lo colpiscono. È il cuore del suo lavoro, il cuore di tutti i tecnici: migliorare i giocatori allenati ogni giorno. E ce sono tre, più di altri, che stanno trascinando i nerazzurri nell'ultimo periodo. Sanchez, Calhanoglu e Dumfries: l'ordine è casuale, casuale non è il rendimento, non era neppure scontato. E sì, su di loro c'è stata la mano di Simone".

Un nuovo Sanchez

"Sanchez è il triplo salto mortale di Inzaghi. Era il quarto attaccante della rosa, per gerarchie iniziali, lui che ora mette in dubbio la titolarità di Dzeko e Lautaro pure per il big match di domani. Probabilmente partirà dalla panchina, ma sarà comunque un fattore. Anzi, sta diventando il fattore. Sulla Supercoppa c'è la sua firma, sull'ottavo di Coppa Italia pure, sui quarti con la Roma neppure a dirlo. C'è un retroscena che va raccontato e risale a metà ottobre, a proposito del cileno. Erano i giorni in cui aveva fatto polemica con il post social della macchina nel luogo sbagliato, metafora di un calciatore che si sentiva non apprezzato. Ecco: in quelle ore Inzaghi affrontò a quattr'occhi Alexis. I due si chiarirono, il tecnico gli confermò piena fiducia e la volontà di trovargli spazio. Alle parole sono seguiti i fatti, il risultato è nei numeri: siamo a quota sei gol, solo un meno dell'intera scorsa stagione pur con la metà (al momento) dei minuti disputati. Traduzione: non è cambiato troppo il minutaggio, ma il modo in cui lo impiega Inzaghi. Conte sfruttava il cileno soprattutto da trequartista, arma da giocare nel secondo tempo quado le partite non si sbloccavano. Alexis con Inzaghi è tornato all'antico: punta pura e gol purissimi, con una condizione fisica che lo sorregge".

Valorizzazione dei nuovi

"Calhanoglu è una scommessa vinta dal club, che lo ha subito individuato al posto di Eriksen. Ma lo è soprattutto per Inzaghi, che gli ha cucito addosso un vestito per certi versi inedito. Dei colpi di Hakan erano piene le cronache anche negli anni passati, per carità. Ma si diceva: la continuità di rendimento è il suo buco nero. Si diceva, appunto, indicativo imperfetto. E invece perfetto è Calhanoglu per l'Inter. Per tempi di inserimento, per capacità di aiutare Brozovic e sabotare gli avversari, il compito (anche) di domani a Napoli. Che poi, il sabotaggio è il mestiere preferito di Dumfries, arma tattica ormai definitiva di Inzaghi. E qui il merito è del tecnico e del suo staff, che hanno organizzato sedute aggiuntive per allenare i movimenti dell'olandese, oltre a una serie di video che hanno mostrato all'ex Psv tutti i dettagli del ruolo. Se si ragiona dell'olandese come un esterno tuttafascia, ormai quasi si sbaglia. Dumfries è un'ala a tutti gli effetti".